Dettagli Recensione
Venere in pelliccia di Leopold Von Sacher Masoch
Romanzo-simbolo, che ha teorizzato il masochismo (dal cognome dell’autore: Masoch), dove l’amato non si limita a struggersi per amore, ma vuole che la sua “padrona” gli infligga umiliazioni e pene fisiche sempre più estreme. Siamo di fronte a una vittima che cerca un carnefice, dove la vittima stessa, confessa di poter amare solo colei che lo dominerà senza pietà. Il masochista ha bisogno di formare il proprio carnefice, persuadendolo a “firmare un contratto” e assumendo un ruolo da educatore nei suoi confronti. La protagonista femminile è una Venere (simbolo della dea dell’amore, alla quale il protagonista mostra fedeltà e devozione); la pelliccia, invece, diventa metafora della tirannia, della crudeltà e dell’infedeltà della “padrona”. Nelle occasioni in cui la Venere è cattiva con lui e gli infligge delle pene, deve indossare la pelliccia, per sublimare il suo desiderio di essere comandato. Sicuramente si tratta di un romanzo-limite, per quanto riguarda i suoi contenuti, ma istruttivo per capire i fondamenti di questa “patologia”. Per arricchire le mie conoscenze in questo campo, non mi resta che leggere qualcosa del marchese De Sade, per iniziare a comprendere anche l’altra perversione di base. Nel romanzo si coglie anche una critica al cristianesimo, colpevole, secondo l’autore, di aver introdotto i concetti del peccato, della punizione, della perdita della felicità.
Lo consiglio a chi non è prevenuto e vuole approfondire la conoscenza delle perversioni sessuali.
Alcune frasi o espressioni significative
“…i miei principi sono assolutamente pagani, io voglio vivere la mia vita fino in fondo. Rinuncio al vostro ipocrita rispetto, preferisco essere felice”;
“Non essere mai troppo sicuro della donna che ami, perché la natura femminile cela più pericoli di quanto tu non creda”;
“In un futuro in cui la forza bruta non conterà più nulla e lo spirito sarà tutto, la donna dominerà e l’uomo sarà il suo schiavo”;
“Io cerco il piacere perché non credo nella felicità. Io sono troppo razionale per abbandonarmi a illusioni”;
“Avverto il desiderio crudele di vederti tremare come una foglia, di vederti torcere sotto la mia frusta, voglio sentirti gemere e guaire. Mi chiederai grazia e io continuerò a frustarti senza pietà, fino a farti perdere i sensi”.