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Viaggio al termine della notte
 
Viaggio al termine della notte 2014-06-27 10:26:23 Mario Inisi
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    27 Giugno, 2014
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Viaggio nelle tenebre dell'anima

Che dire di questo romanzo? Bellissimo e a tratti nauseante ci propone un viaggio sia nello spazio che nell'animo umano, un viaggio nella notte perchè l'uomo invecchiando non può che scendere sempre più in basso negli abissi della notte; e per arrivare ancora più in basso, il più in basso possibile ci vuole cultura, bisogna aver studiato. Il libro è sicuramente, in molte parti, autobiografico.
Alcune parti del libro, l'inizio e la fine soprattutto, sono particolarmente belle. L'inizio ci porta nel cuore della guerra mondiale, guardando comportamenti e situazioni dall'originale e sano punto di vista del codardo che se ne infischia della patria e tiene alla pelle, che contrappone alla follia collettiva e al desiderio di morte un sano istinto di sopravvivenza. La descrizione della perversione della guerra e del carrozzone di stupidità, boria, egoismo vari, meschinità che le tengono dietro è bellissima. Ricorda un po' Comma 22. Di fronte a ufficiali vanesi, idioti, stupidamente obbedienti non c'è ideale che sopravviva. Il linguaggio è spontaneo, a volte apparentemente sgrammaticato, dà l'idea di immediatezza, di essere seduti da qualche parte con l'autore, in un locale malfamato ad ascoltare. All'editore che vuole correggergli la grammatica fa una scenata: "Ho l'aria scalcinata ma so perfettamente quel che voglio.". E effettivamente Celine non vuole scrivere come Francois Mauriac, raggiunge il suo scopo parlando al lettore come a un compagno di sbornie e di battaglia, come a un vecchio amico.
Ma mentre l'inizio del libro è interessante, bello e originale, il cuore del libro stanca. Stanca il cinismo assoluto con cui le cose sono guardate. Ci viene presentato un universo di bassezze cui non c'è mai limite, un'umanità senza umanità, un uomo cui hanno strappato l'anima. La faticosa lettura del romanzo porta a pensare se davvero valga la pena di vivere in questo mondo bidimensionale. La mancanza di speranza, di fede religiosa forse, spinge a strappare a morsi alla vita ogni piacere a costo di qualsiasi prezzo morale. Pochi personaggi non inseguono un interesse personale. Per es. Alcide e lo si vede vergognarsi del suo buon cuore, del desiderio di mantenere con tanta fatica la nipotina orfana. Non ci si deve vergognare dei vizi ma nascondere la bontà. Questo modo di vedere le cose, porta alla fine del libro a un cambio impercettibile di ottica, a una stanchezza morale, a una stanchezza di vivere senza scopo, a una nausea di se stessi e del mondo cui non c'è risposta, nausea che accomuna scrittore e lettore.


"Marcia in modo strano la pietà. Se qualcuno avesse detto al comandante Pincon che lui altro non era che uno sporco assassino vigliacco, gli avrebbe fatto un piacere enorme, quello di farci fucilare seduta stante dal capitano della gerdarmeria che non lo lasciava mai d'un passo e che, lui, pensava esattamente quello. Era mica coi tedeschi che ce l'aveva, il capitano della gerdarmeria.
......
La grande sconfitta in tutto è dimenticare, e soprattutto quel che ti ha fatto crepare, e crepare senza capire mai fino a qual punto gli uomini sono carogne."

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Il giovane Holden
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Commenti

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Bella recensione, Mario.
Io non ho letto il libro, e l'idea di leggerlo non mi attrae.
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Mario Inisi
27 Giugno, 2014
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Non è il tuo genere secondo me. Però in alcune parti è un bel libro. La visione del mondo cinica protratta per troppe pagine nausea ma forse è quello che si ripropone l'autore, anche lui sembra nauseato di se stesso e del genere umano in generale.
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Portoro
28 Giugno, 2014
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Ti sei accostato a Céline senza pregiudizi. E' un punto di riferimento imprescindibile per comprendere, via letteratura, il Novecento. Io ti invito a leggere anche "Morte a credito". Non allieta la serata, ma è un esempio di scrittura purissima, e irripetibile, benché scopiazzata. A queste condizioni, il materialismo brutale del collaborazionista Céline vale più di tanti, troppi "prodotti dello spirito" che edificano solo ovvietà.
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Mario Inisi
29 Giugno, 2014
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Penso di poter capire il collaborazionismo di Celine. L'ambiente dell'esercito è descritto come covo di ogni meschinità anche da Joseph Heller nel suo Comma 22. Di fronte a generali stupidi, boriosi, egoisti che mandano a morire i loro soldati come fossero di carta penso sia molto facile perdere di vista gli ideali o solo ricordare che ci sono.
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Cristina72
29 Giugno, 2014
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Céline è un personaggio controverso: si può essere brillanti scrittori e pessimi uomini.
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Mario Inisi
30 Giugno, 2014
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Dal libro pare che sia lui stesso a pensarlo. Il libro è di un cinismo nauseante ma nel finale sono i due amici Ferdinand e Leon a essere così nauseati della loro vita da perdere di vista lo scopo di tanta bassezza morale. A me pare che il finale sia molto importante e salvi in un certo senso il libro impedendogli di affondare nella melma che descrive. E' bello il pdv di chi è caduto in basso oltre ogni limite e sente il peso di tanta bassezza senza vedere l'alternativa. In un certo senso mi viene in mente anche Irene quando parla della guerra, dei ragazzi mandati al macello pieni di ideali che tornano uomini cinici che cercano ormai solo il piacere e con ogni mezzo, che trovano chi li ha mandati a morire che ha fatto affari o è diventato un pezzo grosso in politica. Credo che in tempo di guerra sia più facile che in altri tempi smarrire il senso della dignità e di ciò che è umano. Heller stesso in Comma 22 dà una descrizione dei superiori terribile. Credo che vedere intorno tutto quel marcio potrebbe far perdere facilmente di vista ideali, patria e ogni cosa. Noi abbiamo il cannocchiale della storia che ci permette di vedere le cose a distanza di sicurezza e globalmente. Mi chiedo sempre cosa avrei fatto in Germania sotto Hitler.
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Cristina72
30 Giugno, 2014
Ultimo aggiornamento:
30 Giugno, 2014
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Inquietante e onesta questa tua riflessione finale Mario!
Molly Bloom
23 Ottobre, 2019
Ultimo aggiornamento:
23 Ottobre, 2019
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Una scrittura bella, che viene messa in ombra per colpa di inutili pregiudizi che alla letteratura fa solo male. "E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio". Grande scrittore Celine.
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