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Ripudiato
Alla guida di un vascello nei mari del nord, un avventuriero sfida i ghiacci alimentando il suo spirito di scoperta , la sua passione per l'esplorazione dei grandi oceani.
Il mese di luglio soffia nebbie gelate sulle vaste distese ai confini del mondo, gli uomini dell'equipaggio si accalcano in un angolo. In quel luogo impervio, la bianca distesa e ' macchiata dall'ombra di un uomo solo, dalla sua slitta e dall'ultimo cane sopravvissuto. Uno straniero colto, dai modi gentili, spossato dalla stanchezza, dal freddo e dalla fame. Nato a Ginevra da una famiglia prestigiosa, studioso delle scienze naturali, si chiama Frankenstein, ed e' il padre di una delle piu' incredibili creature della letteratura classica mondiale.
Il racconto della Shelley e' privo della mostruosita' materiale che piu' banalmente si puo' trovare in una rappresentazione cinematografica, dove l'immagine conta molto. Il lavoro chirurgico del signor Frankenstein e' appena accennato e privo di scosse per gli stomaci sensibili, i tratti somatici della Creatura sono dichiaratamente mostruosi, ma i toni sono blandi, non terrificanti. Estremamente accurato invece l'aspetto emozionale dei protagonisti, il senso di abbandono, di solitudine, di disperazione che colpiscono un figlio senza colpe, rifiutato dal padre per l'orrido apetto di cui il padre in fondo e ' l'unico responsabile. Appanna e distrugge il buonsenso l'emarginazione che cresce gramigna ed infesta anche l'animo piu' buono, porta alla sete di vendetta, alla violenza del figliolo verso il padre in un perdersi di sensi di colpa e malattia dell'anima.
La penna dell'autrice non mi piace particolarmente, l'uso quasi esclusivo di una narrazione passiva coniugata al passato appesantisce il libro rendendolo un po' troppo prolisso e a tratti noioso nella forma. Cio ' detto la storia narrata e' estremamente bella, ricca di spunti di riflessione e di una sensibilita' tenace.
Non sono stata entusiasta di averlo letto, mentre lo leggevo. Sono entusiasta di averlo letto ora che l' ho finito. E' un classico intramontabile la cui malinconica disperazione non si dimentica facilmente. Buona lettura.
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Sostanzialmente concordo con quanto hai detto. Penso che il libro meriti di essere letto: ci dà un quadro delle sensibilità dell'epoca; in particolare mi sono piaciute le suggestive descrizioni dei paesaggi: il lago, la montagna...