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Il fantasma dell'opera
 
Il fantasma dell'opera 2014-06-17 17:28:37 ClaudiaM
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
1.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
ClaudiaM Opinione inserita da ClaudiaM    17 Giugno, 2014
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Il Fantasma dell’Opera – Gaston Leroux

Mi spiace di andare controcorrente, ma la mia impressione riguardo questo romanzo non è molto positiva. Le tematiche sono buone, non c’è dubbio: il concetto di aspetto esteriore e aspetto interiore che non spesso combaciano (Notre-Dame de Paris di Victor Hugo docet!). Tuttavia, questo non è a mio parere sufficiente. Christine Daee è eccessivamente ingenua e il continuo tira e molla con Raul insensato. La signora Giry e il Persiano sono figure troppo poco approfondite. In particolare, perché mai il Persiano decide di aiutare Raul? Tutti gli altri omicidi da parte di Erik per lui non contavano niente? Per quanto tenesse a lui (SPOILER: e poi, perché teneva a lui? Perché lo aveva salvato in passato per poi non rivederlo più, se non per caso all’Opera?), era comunque un assassino.
Mi è in particolar modo dispiaciuto il fatto che l’approfondimento sul collegamento tra il Persiano ed Erik sia stato relegato nell’epilogo, come se lo scrittore si fosse ricordato in ultimo che mancava qualcosa, utilizzando anche uno stile diverso per narrare.
Lo stile. Non so se sia dovuto all’edizione che ho comprato io (che effettivamente era molto economica), ma l’alternanza dell’uso dei verbi al passato e al presente (e non parlo di quando lo scrittore si rivolge al lettore) è davvero estenuante. Per non parlare della descrizione della stanza dei supplizi: davvero confusionaria. Molte volte, poi, il racconto è frammentato con aneddoti poco interessanti: dopo che Christine viene rapita, la questione delle banconote che scomparivano dalle tasche dei direttori e che dura per ben tre capitoli non si regge. Oltretutto, poi non viene neanche spiegato come scomparivano queste banconote.

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Commenti

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Interessante punto di vista il tuo, direi più che altro che non ti sei lasciata condizionare dall'atmosfera e ti sei focalizzata sugli aspetti concreti, che effettivamente qui non sempre stanno in piedi

31 Agosto, 2014
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(Avverto la presenza dei cosiddetti spoiler!)
Sarebbe buona regola leggere un minimo della vita dell'autore per meglio comprenderne lo stile, i significati più profondi e il vero messaggio (chi mai comprenderebbe a pieno “La morte di Ivan Il’ic” senza sapere il particolare e delicato momento in cui Tolstoj lo scrive? Anche il quel caso allora si potrebbe ingenuamente parlare di fanatismo o peggio parlare di un'opera "buttata a sè" come le cronache di uno che sta crepando....) infatti, in questo modo, si sarebbe risparmiato di scrivere cose poco precise e per niente veritiere (come il fatto che i personaggi di Madame Giri o il Persiano non sarebbero stati abbastanza sviluppati)! Bastava sapere che Leroux era stato dapprima un avvocato e poi un giornalista giudiziario...il taglio che sin da subito dà espressamente al suo romanzo è quello di un'indagine (un'indagine, dico!) che quindi si allontana definitivamente dal romanzo! Al lettore sono portati i fatti, e solo i fatti strettamente necessari per divulgare e far capire a pieno la verità dietro il rapimento di Christine Daaé e la morte del Conte Philippe de Chagny. Non ci interessa, per tanto, il nome del Persiano o come fosse diventato un Daroga. Non ci interessa l'introspezione psicologica di Madame Giri, ma i fatti che lasciano a noi comprendere che sia una sempliciotta manovrabile e perciò ottima pedina di Erik. Christine Daaé poi, mi dispiace dire, non è un’”eccessiva ingenua” (quale ingenua comprende a volo la drammaticità della sua situazione e tiene sott’occhio le forbici per potersi togliere la vita?!) è solo un’anima candida, che vuole consapevolmente rimanere candita ed infatti si aggrappata al ricordo di un padre che l’ha abituata a sognare, ora con storie fantastiche di straordinario fascino, ora con la meraviglia della sua musica e che, dopo la sua morte, continua a non volersi staccare da lui e si aiuta con mamma Valerius che coltiva ancora le sue fantasie da fanciulla (è lei che la fa cadere nelle mani di Erik suggerendole stoltamente di chiedergli se è il fantasma della musica mandato dal padre...informazioni che Erik non avrebbe mai potuto sapere se non dalla ragazza stessa e che gli spiano la strada verso la sua anima). Infine Christine è una ragazza all’antica...non capisco perché si parli di tira e molla col visconte, visto che, se sono fidanzati, è solo per gioco come viene detto (come due amichetti giocano al marito e alla moglie) nulla di più inizialmente! Non vi è nessun tira e molla, se non la paura della ragazza di mostrare ad Erik il suo affetto per Raoul e la sua confusione nel non comprendere la vera natura del fantasma e di non poterlo spiegare a Raoul temendo la sua incomprensione e la derisione.

Sarebbe ancora più buona regola leggere bene un'opera (o è meglio evitare di farne una recensione) visto che Leroux spiega bene e in maniera assai poco fraintendibile sia il perché il Persiano non agisce prima (rivelare di essere stato corrotto dalla pietà, di aver deciso di disattendere un ordine e di aver aiutato a fuggire il condannato a morte Erik, invece di ucciderlo, avrebbe nullificato il gesto d'umanità e la speranza che Erik cambiasse, senza contare che gli avrebbero negato la piccola pensione di Daroga che gli permetteva di vivere e che aveva ottenuto solo perché era di nobili origini) e sia perché non rivede più Erik (come mai avrebbero potuto vedersi quanto Erik era riuscito a fuggire perché il daroga lo aveva fatto credere morto annegato durante il suo inseguimento?! Se si ricorda bene a questo punto Leroux dice che Erik si trova costretto a entrare in un circo e sfruttare la mostruosità del suo volto pur di sparire per un po’ dalla scena. Il Persiano stesso se la vede brutta e non perde la vita per aver fallito nell’ucciderlo solo per il rispetto che impone il suo rango!! Senza contare che Erik non si sente appartenere a quella che definisce “la razza umana” e né lui, né il Persiano hanno interesse a diventare amiconi e mettere a rischio le rispettive vite.) Infine il concetto “di assassino” che lascia tanto ribrezzo va bene collocato(!!!): stiamo parlando della Persia antica, di una piccola sultana che chiedeva di assistere a spietati omicidi per il suo divertimento, addirittura il daroga (esponente della polizia del luogo) vi assiste come ospite... quelli di Erik, per il contesto, non sono omicidi: sono intrattenimenti a cui, a corte, si era ben abituati!
Quindi Leroux, come già detto, non si è “ricordato in ultimo” il collegamento tra il protagonista e il Persiano poiché è una cronaca di natura indagatoria (la si deve vedere come fosse delle carte di un magistrato).
Per il resto, la descrizione della camera dei supplizi e di come sparisce il compenso in franchi del fantasma è chiara e coinvolgente (meglio comprare un’edizione più prestigiosa forse).
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