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Sister Carrie
 
Sister Carrie 2014-06-10 10:48:08 LittleDorrit
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
LittleDorrit Opinione inserita da LittleDorrit    10 Giugno, 2014
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L'America secondo Dreiser

"Quando Caroline Meeber salì sul treno pomeridiano per Chicago, tutto ciò che aveva con sé era un piccolo baule depositato nel vagone bagagli, una sacca dozzinale imitazione coccodrillo contenente alcuni oggetti per la toeletta, una scatola di cartone con uno spuntino, e una borsetta di pelle gialla dalla chiusura a scatto con dentro il biglietto ferroviario, un foglio con l'indirizzo della sorella in Van Buren Street, e quattro dollari.
Era il mese di agosto del 1889".
Con questo incipit fotografico, Theodore Dreiser "il padre del romanzo moderno americano", ci introduce nella vita di una ragazza di diciotto anni che, abbandonata la provincia, va a cercare fortuna nella grande Chicago.
Caroline, ribattezzata "Sister Carrie", è una sognatrice e quello che conosce della vita lo ha appreso attraverso le difficoltà economiche della sua famiglia.
Una volta a Chicago, ospite della sorella, dovrà mettersi subito alla prova ricercando un lavoro per guadagnarsi la sua permanenza.
Bussa alle porte di varie aziende sperando, soffrendo, tenendo duro.
Tanti i "no" e tante le porte ambite che per lei non si apriranno mai.
Finalmente, spunta un lavoro ma, le permette a mala pena di sostenersi e quando per una febbre improvvisa sarà costretta a letto, perderà anche quello.
Come fare a tirare avanti?
Sedotta dalle parole e dallo stile di vita dell'intraprendente donnaiolo Drouet, conosciuto sul treno, Carrie, piuttosto incline a bypassare i grandi sacrifici, rinuncia per sempre ai suoi principi morali, abbandona la casa della sorella e si lascia mantenere da lui.
Tutto è più facile adesso.
Drouet le fa assaporare il bel mondo, le serate nei teatri sfavillanti, le cene nei locali rinomati, i vestiti alla moda dal taglio raffinato e le fa incontrare la gente "che conta".
Tra questi anche l'affascinante e ricco Mr. Hurstwood di cui ben presto si invaghirà corrisposta.
Questa vita, però, la condurrà lungo percorsi inimmaginati in una folle corsa mirata al "volere di più" e non priva di brutte sorprese.
Un romanzo dalle mille sfaccettature che con una certa fierezza e un pizzico di cinismo, demolisce pagina dopo pagina, il mito del sogno americano e coloro che lo inseguono mettendo in risalto le pecche del sistema capitalistico.
Si è risucchiati in una trama dal realismo dirompente scritta in uno stile piuttosto incerto che diviene l'unica nota stonata di tutta la lettura. Infatti, lo scrittore si dilunga tantissimo e inserisce numerose (e talvolta sconclusionate) digressioni che, a mio avviso, si potevano evitare perché appesantiscono un romanzo già di per sé impegnativo.
Ma Dreiser sembra non poterne fare a meno.
Di cose da dire ne ha perché da figlio di immigrati tedeschi, approdati in cerca di fortuna, conosce bene la lotta per la sopravvivenza, la selezione feroce, l'annientamento dei deboli, e, per questo motivo è facile per lui scrivere le pagine più cupe di questo romanzo e le invettive pungenti.
La protagonista lascia totalmente indifferenti dal punto di vista emotivo ma offre spunti di riflessione.
Carrie è un personaggio negativo che si riscatta solo parzialmente alla fine del romanzo pur restando fedele a se stessa.
Possiede grazia e bellezza ma è solo una bella cornice senza tela.
In lei regna il vuoto più assoluto e non v'è nessun senso di appartenenza; non appartiene agli uomini a cui si concede, non appartiene alla sua famiglia dalla quale si vuole allontanare e non appartiene ad un luogo specifico.
Inseguendo l'archetipo della donna ricca, Carrie tenta continuamente e disperatamente di assomigliarle, trasformandosi nel perfetto prodotto della società capitalistica. Anche quando incontra Mr Ames, personaggio chiave che potrebbe ricondurla sulla retta via, non ci sono più speranze; il desiderio sfrenato ormai è parte integrante del suo essere e la sedia a dondolo (che ricorre spesso nelle scene descritte dell'ultima parte) si eleva a simbolo di quell'abbandono ad un destino che non si può più modificare pur volendolo.
Un libro splendido, profondo, formativo che dovrebbe essere introdotto nei licei e di cui, ovviamente, consiglio la lettura.

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Commenti

8 risultati - visualizzati 1 - 8
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Bellissima, attenta e accurata recensione! Complimenti, Marcy!
In risposta ad un precedente commento
LittleDorrit
10 Giugno, 2014
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Grazie Anna...sei sempre gentilissima! :)
In risposta ad un precedente commento
gracy
10 Giugno, 2014
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Quanta passione Piccola Dorrit :))
In risposta ad un precedente commento
LittleDorrit
10 Giugno, 2014
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Ahahah...grazie Gracy! Di quella ce n'è sempre in abbondanza!
che titolo interessante Marcella!
grazie per averci fatto conoscere questo autore!
Tu lo conosci in maniera approfondita? hai già letto altro di lui?
In risposta ad un precedente commento
LittleDorrit
10 Giugno, 2014
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Grazie Silvia! No, non lo conosco approfonditamente ma ho letto diversi articoli, anche in inglese. Questo romanzo è il primo che leggo...il suo capolavoro è Tragedia americana da cui è stato tratto il film Un posto al sole...
Marcella, le tue recensioni sono sempre toccanti, la scelta dei romanzi è originale, il linguaggio che utilizzi è accattivante. Sei davvero bravissima!
In risposta ad un precedente commento
LittleDorrit
20 Giugno, 2014
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Rosangela sei davvero gentile! Sappi che la stima è reciproca....adoro le tue recensioni e i tuoi gusti letterari....un abbraccio....grazie di cuore per le tue parole :)
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