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Avventure ai tempi di Riccardo Cuor di Leone
Non è mia abitudine recensire Classici, in quanto si tratta di libri di cui tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta nella vita e su cui esistono infinite opinioni; per questo romanzo di Walter Scott però, farò un'eccezione: consiglio a tutti, e soprattutto ai nostalgici di amor cortese, cavalleria e glorie antiche, di prendere in mano Ivanhoe e di prepararsi a leggerlo a cuor leggero, perché è un'opera che appassiona il lettore del nostro secolo e lo catapulta nel passato con una facilità sorprendente.
Siamo nell'Inghilterra medievale: Riccardo Cuor di Leone è prigioniero, il fratello brama per spodestarlo definitivamente del trono, l'Inghilterra stessa è in preda ai conquistatori normanni e certo non c'è amore tra i dominanti e i sassoni assoggettati; in questo ambiente ostile e teso i potenti cercano di nascondere i problemi dedicandosi a piacevoli passatempi, il clero va in giro con le dita tempestate di pietre preziose, i boschi sono affollati di fuorilegge. Molti sono i cuori corrotti e senza scrupoli, e le passioni sono forti. E in questo ambiente incerto dove l'onore si scontra con l'amore si aggira Ivanhoe, paladino, 'desdichado', e puro esempio di cavaliere.
Per prima cosa mi soffermerei sulla definizione di romanzo storico: senza alcun dubbio lo sfondo in cui si svolgono i fatti è verosimile e documentato, ma a parte ciò, la serie di mirabolanti avventure, eventi e sviluppi generalmente è frutto di fantasia e quindi fruibile anche a chi non è avvezzo al genere. Sembra di leggere un romanzo storico sì, ma soprattutto d'avventura e fantastico. Ci tengo a specificarlo per chi di fronte all'etichetta 'romanzo storico' si sente timoroso. Non ce n'è motivo!
Walter Scott ha una penna prodigiosa: sembra un romanzo dei nostri giorni, la lettura è fluida, di facile comprensione, il lessico è ricco; l'autore si prodiga molto nelle descrizioni definendo i dettagli, e le immagini create sono estremamente vivide: nonostante questo la lettura non è mai pesante.
La società medievale è ben rappresentata, plausibilmente è la reale protagonista del romanzo intero: si percepiscono i sentimenti di ogni individuo o fazione, i loro valori ed obiettivi, ma anche le descrizioni fisiche e concrete sono ben delineate e verosimili.
I personaggi principali sono stati ben definiti nei tratti più 'superficiali' e ognuno stuzzica il lettore a suo modo; il contrasto tra 'buoni' e 'cattivi' è fortemente evidenziato, le qualità e i difetti degli stessi spesso sono esagerati, proprio per sottolineare il divario in quella società con un modo di pensare superstizioso e, in un certo senso, ingenuo.
La storia è lineare e semplice da seguire, nonostante ci siano diversi fili che si intrecciano e alcuni eventi accadano in contemporanea; ma in questo caso l'autore ci riporta dolcemente a dove ci eravamo fermati precedentemente e ci fa riprendere il filo senza fatica.
In definitiva un ottimo romanzo, soprattutto d'intrattenimento (non ci sono profondi insegnamenti morali come negli altri Classici); regala molte emozioni e spesso fa sorridere, è un intreccio frizzante capace di stuzzicare ogni palato; inoltre c'è anche da imparare a livello storico, soprattutto sulla società medievale normanna-sassone, quindi ben venga.
Assolutamente consigliato
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Commenti
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Devo aggiungere che non condivido l'idea di 'pesantezza' del romanzo manzoniano. Basta rileggerlo fuori dagli obblighi scolastici: ci sono parti memorabili, di grande profondità; altre in cui già vengono captati i mali della nostra attuale Italietta...
Mi piace anche scoprire che venga ancora apprezzato.
@Emilio Berra: io ho provato a leggere Manzoni fuori dall'ambito scolastico - nessuno mi ha 'obbligata' per intenderci - ma decisamente non fa per me... non m'invoglia abbastanza :)
@pierpaolo: io amo il periodo storico d'Ivanhoe, quindi sono partita molto bendisposta con lui; inoltre ho amato le descrizioni riguardanti la giostra, il processo, e tutto ciò che era peculiare dell'epoca, poiché era, ammesso, il mio maggiore interesse!
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