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Quando la forma è (almeno) pari al contenuto
Lo stile in cui è scritto deriva dall'argot francese e il traduttore, Ferrero, fa un lavoro che secondo me, nella versione italiana, ha quasi gli stessi meriti dell'autore (non sapendo il francese non so quanto sia fedele allo stile originale ma l'impressione che se ne ha è comunque travolgente). E' un libro unico nel panorama mondiale di qualunque tempo. Cèline stesso si definisce uno "stilista" dove per un libro di 500 pagine (questo ne ha 570 e spiccioli) ne scrive 80000. Un maniaco della forma, un artista, un cesellatore della parola insomma. Il risultato è un miracolo. Sebbene la trama sia la sua vita vissuta (affatto banale) tutto viene illuminato dal suo stile, la sua poesia antilirica, il suo "buio" canceroso e rancoroso. Un romanzo che se dovesse essere paragonato a un piatto sarebbe senz'altro una bistecca grondante sangue, tanto, tanto, sangue. Ma proprio per questo succulenta. Giusto per dare un'idea è l'unico libro (letto finora) che nelle prime quindici pagine contenga circa tre bestemmie. Dopo avere allontanato i più deboli da questa recensione la continuo dicendo che penso sia un libro fondamentale. Un libro che mostra l'assurdità della guerra e, soprattutto, la miseria. Ecco, se qualcuno volesse sapere cosa sia -veramente- la miseria, dovrebbe leggere questo libro, tenerne in bocca le parole, girarsi nella lingua ogni singola lettera perché -veramente- l'effetto che se ne ha smarrisce e stordisce, certo, ma anche inebria.
Non c'è mai scampo. Mai. C'è sempre un disagio ad andare avanti eppure lo stile trascina e diverte di un humor nero. Un libro che è un continuo contrasto tra il bianco e il nero o meglio, tra il grigio e il nero. Da tutto ciò si evince che non sia affatto un libro da tenere sotto l'ombrellone oppure un libro da leggere "per stare bene", tutto l'opposto, direi però che è un libro da leggere per capire e arricchirsi umanamente.
E' un libro fondamentale anche per un altro aspetto: il suo autore è un autore su cui tutti hanno da dire qualcosa ma quasi nessuno (detrattori o meno) conosce la sua opera.