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Lettere di disperazione
Sono incappata in questo libretto nella consueta bancarella letteraria a poco prezzo durante le fiere di paese e ho pensato fosse una lettura piacevole: Julie de Lespinasse è stata fulcro di uno dei più importanti salotti parigini del XVIII secolo, corrispondente dei più celebri illuministi, una donna al centro di una cultura rivoluzionaria e stimata dai suoi esponenti.
Figlia illegittima di due nobili, rimase adolescente anonima fino a quando non diventò dama di compagnia di Madame du Deffand, un'altra figura femminile al centro della fiorente cultura dell'epoca: quello fu il suo trampolino di lancio verso il proprio ritrovo di intellettuali, che in effetti confluirono numerosi.
Nel pieno della sua fortuna mondana, conobbe il marchese de Mora, il suo primo amore, corrisposto ma irto di difficoltà: l'ostacolo finale fu la malattia del marchese, che lo porterà via in giovane età; in questo frangente, la Lespinasse incontrò il conte de Guibert, attraente cadetto di cui sarà prima amica, infine amante.
Guibert non la corrisponderà mai del tutto, fino ad abbandonarla per un'altra donna e qui si situa la raccolta di lettere oggetto del libro: l'amore della ragazza è tumultuoso e insistente, ella tenta di coinvolgere in tutti i modi il suo corrispondente, prima accusandolo, poi chiedendogli perdono e richiamandolo piangente ai suoi doveri, infine tentandolo con lusinghe o sperando di muoverlo a pietà.
Le risposte di Guibert non sono presenti, ma si intuisce come siano piuttosto rare e disinteressate e questo strazia il cuore della Lespinasse, la cui vita pare dipendere interamente dal flusso e contenuto di queste lettere.
La tempesta emotiva all'interno della corrispondenza è sicuramente coinvolgente ed è altrettanto certa la pietà suscitata nel lettore, eppure i lamenti e le recriminazioni sono troppi e troppo frequenti e di amore c'è ben poco.
Madame de Lespinasse sarà stata sicuramente una donna colta e piena di risorse, ma, ahimè, quello che comunica in questo epistolario è solo una lunga sequela di guaiti lamentosi e accuse che rimbalzano contro un muro di indifferenza che avrebbe dissuaso dopo dieci lettere persino la crocerossina più accanita.
Lo stile è fluido e senza complicazioni, ma il libro è fin troppo struggente, poco amore e molto, troppo dolore.
Sconsigliato alle femministe: Julie de Lespinasse non è la quintessenza della suffragetta, vi farà storcere il naso.