Dettagli Recensione
Fear and Madness
Inutile dire che Agatha Christie ha meritato ampiamente il titolo di regina del giallo.
Senza ombra di dubbio “Dieci Piccoli Indiani” può essere definito il suo capolavoro, incarna perfettamente quella che è l’essenza di questo tipo di opere. Non credo infatti di aver letto un giallo più “puro” di questo (attenzione, non ho detto bello). Partiamo dalla trama. Otto persone, molto diverse e apparentemente con nessun legame tra loro, vengono invitate in una villa su un isola a forma di testa di negro. L’invito proviene da un misterioso individuo, il signor Owen, che, non essendo presente, ha lasciato due domestici ad attendere i suoi invitati. I contatti con la terraferma, dato il maltempo, sono interrotti, e la paura inizia ad attanagliare la mente degli ospiti fin dall’inizio, quando trovano in ognuna delle loro stanze una filastrocca che inneggia alla morte di “dieci piccoli negretti”. In quella casa, sono proprio in dieci. Quando uno degli ospiti morirà nello stesso modo descritto nella prima parte della filastrocca, la tensione si trasformerà in panico. La Christie scrive molto bene, e riesce a suscitare nel lettore la voglia di leggere il libro tutto di un fiato, non ha risparmiato nemmeno me. Questo è dovuto al fatto che la trama è molto bella e originale, sviluppata dalla scrittrice in modo perfetto. Riusciamo a comprendere e assaporare le paure dei personaggi, a respirare l’aria tetra che permea quella bellissima villa da incubo. Il susseguirsi degli eventi è un crescendo di tensione, assisteremo alla follia dilagante tra gli ospiti, che sarà sempre più evidente pagina dopo pagina. Quello che più mi ha colpito di questo libro è che la Christie ci rende spettatori delle reazioni dell’animo umano di fronte al pericolo, un pericolo silenzioso, che rimane nell'ombra, ma sembra onnipresente. Gli uomini, per quanto possano essere diversi gli uni dagli altri, reagiscono in maniera molto simile quando minacciati della propria incolumità. L’uomo diventa egoista, dubita di chiunque gli sia accanto, è disposto a tutto pur di salvaguardare la propria sopravvivenza, e quando questa diventa irrimediabilmente compromessa, la mente si rifugia nella più totale follia per sfuggire all’accettazione della morte inevitabile.
Agatha Christie riesce a creare la situazione perfetta per scatenare e descrivere tutto questo, lo fa in maniera davvero sublime e coinvolgente.
Concludo con un commento strettamente personale... che potrete condividere o meno, questione di gusti. La Christie è senza dubbio la regina del giallo, ma il Re è Conan Doyle col suo Sherlock Holmes e, normalmente, è il Re a detenere il potere. Non fraintendetemi, è un modo come un altro per dire che preferisco Conan Doyle, ma tanto di cappello alla Christie.
“[...] Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino si impiccò,
e nessuno ne restò.”
Indicazioni utili
Commenti
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |
Ordina
|
1 risultati - visualizzati 1 - 1 |