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Middlemarch
"Middlemarch. Uno studio di vita provinciale" è un monumentale atlante di anatomia dell'anima.
Tante sono le "categorie umane" raccolte e tracciate in questo capolavoro senza tempo. La Eliot tiene così bene la penna in mano da consentire al lettore di osservare queste numerose "specie d'uomo" alla stregua di pesci in un acquario: c'è chi ha una natura dolce e il cuore ardente; chi crede di conoscere la vita guardandola attraverso preziosi merletti, e chi la vita la conosce davvero attraverso il duro processo dell'esperienza. C'è chi si vuole redimere da vecchi peccati, ma non vi riesce perché il passato corre più in fretta del futuro. C'è chi fallisce in progetti troppo ambiziosi e chi soccombe sotto il giogo dei capricci e delle ansie egoistiche degli altri o, peggio ancora, sotto il dogma inderogabile del dovere sociale.
Infine, c'è chi, guidato da nobili impulsi, – donchisciotteschi, forse - non si arresta di fronte al miasma dell'ipocrisia e dell'abiezione, ma prosegue con fiduciosa semplicità lungo il cammino sterrato della comprensione diretta e totale del prossimo.
In Middlemarch, mi aspettavo - più o meno lecitamente, conoscendone a grandi linee la trama e i temi trattati, vale a dire status delle donne, riforme politiche, religione, vecchie illusioni perse per strada nell'Inghilterra vittoriana - di trovare eroi ed eroine a profusione. Così non è stato, o almeno i miei occhi non hanno rintracciato nulla del genere.
Middlemarch è fatto di donne e uomini "ordinari", che vibrano per uno scopo giusto o cadono sotto il peso di uno scopo sbagliato. È la composta non troppo omogenea delle loro affezioni, dei loro sentimenti, delle loro miserie e nobiltà, del loro procedere vagolando o a passo deciso, delle loro scelte e dei loro destini.
Ciò che li rende differenti gli uni dagli altri è la consistenza delle loro anime, che possono essere vacuamente sbiadite o intense in modo abbacinante.
George Eliot appartiene alla categoria delle anime intense.
Ferisce il lettore, costringendolo a camminare su detriti acuminati di vite andate in frantumi.
Lo galvanizza, facendogli ingollare un concetto in apparenza banale: poiché meschine sono le occasioni della vita, un carattere epico non esige necessariamente una vita che sia un'epopea, difatti "il bene crescente del mondo in parte dipende da azioni prive di storia".
Gli impartisce infine una lezione, spronandolo a non fluttuare nei giorni, a non lasciare che la propria vita languisca stupidamente e irrimediabilmente.
La lettura di Middlemarch, a mio modestissimo parere, richiede una piccola dose di stoica pazienza. Non ha il piglio pronto, il "sound" leggero e l'immediatezza di molte opere a noi contemporanee, e la mole di certo non aiuta. Ciò non toglie che Middlemarch non sia nient'altro che un'opera d'arte. Lo stile superbo, l'evidente impronta balzachiana, lo sguardo mutevole della Eliot - sardonico, benevolo, didascalico, progressista e persino scientifico - fanno di Middlemarch uno dei libri più belli di sempre (figura nella decina di "The Top Ten: Writers Pick Their Favorite Books", testo curato nel 2007 da J. Peder Zane), un "libro magnifico", come ebbe a definirlo la grande Virginia Woolf.
"Noi mortali, uomini e donne, fra l'ora di colazione e quella di cena, ingoiamo molte delusioni; tratteniamo le lacrime e ci facciamo un po' pallidi attorno alle labbra, e per tutta risposta a chi ci chiede qualcosa diciamo: Oh nulla!. L'orgoglio ci aiuta; e l'orgoglio non è male quando ci spinge soltanto a nascondere le nostre ferite – e a non ferire gli altri".
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Commenti
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Ciao :-)
Un grande saluto :-)
hai scritto un'ottima recensione
Ottima segnalazione.
Pia
@Rollo L'intera vita della Eliot non è che un romanzo…conobbe Dickens (il quale, tra l'altro, fu tra i primi a sospettare che dietro quello pseudonimo si celasse una donna), sfidò le censure della sua epoca con la grinta di una tigre, fu religiosa in modo dissidente….e chi più ne ha più ne metta…E poi, visto che sono irrimediabilmente curiosa, posso chiederti qual è il libro della Eliot di cui parli? è il Mulino sulla Floss?
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