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Stevenson mania....
Stevenson, autore scozzese del periodo tardo vittoriano, nella sua carriera di scrittore ha avuto l'abilità di sapersi destreggiare attraverso generi letterari disparati senza mai perdere il talento del grande narratore.
Il suo stile cattura il lettore e lo trascina con sé alla ricerca di tesori perduti e relitti di navi, incitandolo ad affrontare fredde e nebbiose notti londinesi a caccia del doppio demoniaco, per poi fargli raggiungere la pace in qualche luogo esotico e remoto del globo spennellato dai caldi colori del tramonto.
Tempo e spazio, quindi.
Due costanti che in Stevenson fanno la differenza.
In questa bilancia oscillante, lo scrittore non dimentica di lasciar trasparire le ombre "spettrali" dell'animo umano.
Ed è precisamente quello che accade in questi racconti dove il gotico e l'avventuroso la fanno da padroni.
"Il ladro di cadaveri", che dà il nome al libro, sviluppa una storia inquietante legata ad un fatto di cronaca realmente accaduto nella Londra ottocentesca.
Quattro uomini sono soliti incontrarsi ogni sera al George, un pub nella città di Debenham, per bere e fare conversazione.
Tra loro c'è Fettes, uno scozzese costantemente alticcio ma colto e benestante. Una fredda sera d'inverno al pub transita un facoltoso medico londinese di nome Macfarlane. Fettes, annebbiato dai fumi dell'alcol, all'udire dal proprietario del locale quel nome, si riscuote dal torpore entrando in un crescente stato di agitazione.
Un misterioso passato sembra legarlo a quell'uomo.
I compagni di bevuta non ci vedono chiaro e ne discutono fra loro fino a tarda notte. Si fanno supposizioni e alla fine si delinea una storia, macabra e dal cattivo presagio, che non voglio anticipare per non incappare in inevitabili spoiler.
" Gli allegri compari", il secondo racconto, è di più ampio respiro e narra una vicenda che vede come protagonista un giovane universitario, Charles, che va a trascorrere le vacanze dallo zio Gordon ad Aros, nella parte nord occidentale della Scozia dove enormi rocce sovrastano il mare della baia e i flutti che si infrangono su di esse con violenza vengono chiamati " the merry man" -allegri compari- proprio perché il rumore che ne deriva ricorda "risate fantasma" di marinai che hanno perso la vita in quelle terribili acque.
Charles, però, ha anche un altro scopo; innamorato della cugina Mary Ellen, figlia di suo zio, vuole trovare fortuna per riscattare se stesso e il nome della sua modesta famiglia attraverso il recupero di un tesoro perduto di un vascello spagnolo affondato proprio nella baia dove sorge la casa di suo zio. Ma, nonostante i buoni propositi, verrà investito da una storia torbida che vede come principale protagonista il "folle zio Gordon".
Racconti affascinanti per ambientazione e originalità (tenendo conto dell'epoca) e carichi di un simbolismo alla maniera di Conrad. Descrizioni brevi ma splendide e atmosfere suggestive. Imperdibili. Buona lettura.
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Commenti
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è un autore che ancora non conosco, a breve leggerò Conrad, ho acquistato Nostromo!
@ Bruno: Stevenson potrebbe piacerti.....utilissimo scrittore per chi, come noi, è sempre alla ricerca di atmosfera...:)
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