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La forza di una donna di periferia
Scritto in piena fase di Restaurazione, quando chi era riuscito far parte dei gruppi politici vincenti vi aveva tratto degli enormi vantaggi politici e sociali, questo romanzo è ambientato in un piccolo borgo parigino, Saumur, caratterizzato “dal silenzio del chiostro, da lande desolate e dalla dolce pace delle case”.
E proprio in una di queste dimore, che spicca per la sua semplicità austera, vive la famiglia Grandet, composta da papa Grandet, bottaio che grazie agli eventi insurrezionali del trentennio precedente era riuscito ad arricchirsi, sua moglie, donna pia dall’aspetto emaciato e fortemente sottomessa al marito, e la giovane Eugenie, ragazza che, per vestiario ed atteggiamento, segue le orme della madre mantenendo un atteggiamento dimesso, quasi fosse destinata alla vita claustrale.
La loro vita, benchè il capostipite abbia a disposizione un capitale ingente che nasconde in una stanza nella quale nessuno ha accesso, è fatta di sacrifici, freddo pungente e continue preghiere all’Altissimo per la salvezza della propria anima.
Tuttavia l’arrivo inaspettato e mal voluto, dal taccagno papa Grandet, del nipote Charles trasforma la conduzione di vita della famiglia quale conseguenza del rivolgimento interiore che immediatamente, alla vista del giovane, rapisce il cuore dell’innocente Eugenie.
Charles, un dandy abituato alla vita mondana parigina, si acconcia i capelli con dei balsami profumati ed indossa degli abiti sontuosi che nessuno a Saumur ha mai neanche visto, ma è soprattutto il suo modo di fare, il suo modo di guardare Eugenie che trasportano la ragazza in una dimensione diversa da quella che fino a quel momento aveva conosciuto. Improvvisamente, afferma Balzac, Eugenie si trova di fronte alla riva del fiume delle sue illusioni giovanili.
E quel fiume Eugenie decide di attraversarlo senza remore: agghinda la casa acquistando di nascosto generi alimentari e suppellettili costosi cercando di sottrarli alla vista del padre, comincia a curare di più il suo aspetto e, soprattutto, cerca disperatamente Charles con il quale, nel giardino dimesso della casa, si scambia dolci confidenze ed il suo primo, romantico bacio d’amore.
Ma Charles è giunto a Saumur con uno scopo ben diverso dal prendere moglie e chiede ad Eugenie un aiuto economico per partire per le Indie, fare fortuna e poi sposarla. La ragazza dona tutto ciò che possiede, ma il corso degli eventi cambia tutto: Charles, da ragazzo senza scrupoli, si dà alla tratta di schiavi dimenticando la promessa fatta ad una giovane donna di periferia che ancora per molto tempo, dalla finestra della propria camera, si sorprende a guardare quel patio dove tutto ha avuto inizio.
Gli anni passano e con essi anche la freschezza di Eugenie e le sue fantasie, da sogni di una vita migliore, si trasformano in illusioni perdute.
La quasi introvabili versione deleddiana di questo bellissimo e triste romanzo si conferma, ancora una volta, come la ricerca dell’autore di scandagliare le sfumature dell’animo umano, in un periodo storico fatto di rancori per le sconfitte passate, di nuovi ricchi che hanno tratto guadagno dall’essere saliti sul carro dei vincitori e di una nuova generazione che non riesce ancora a trovare una sua precisa collocazione in un quadro socio-politico instabile.