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Il pierrot che cade
Un libro bellissimo. L'inizio non è niente di speciale, anzi potrebbe dare l'idea di una storia un po' d'altri tempi, come d'altri tempi sembra per buona parte la trama. Ma nel romanzo c'è qualcosa di bellissimo che è soprattutto l'atmosfera, il mistero, la stranezza di certe situazioni, l'inafferrabilità. Un ragazzino, il protagonista della storia, il grande Maulnes, si ritrova per puro caso a partecipare a una festa dove conosce una ragazza e se ne innamora subito. Il castello in rovina, l'eccentricità della situazione, gli zingari, la recita, il non conoscere nessuno, gli oggetti. Ogni cosa crea un'atmosfera particolare, qualcosa che il grande Maulnes continuerà a rimpiangere e che prende di volta in volta sembianze diverse. All'inizio è la ragazza che crede di amare immensamente. Poi è la ragazza dell'amico che deve salvare dalla rovina e che forse ama. Il suo cuore cerca sempre qualcosa d'inafferrabile, d'ideale, l'avventura. Gli zingari, i loro spettacoli, il loro modo di vivere sono descritti con quel pizzico di desiderio per una vita piena di inquietudine da una persona piena di inquietudine. L'autore si sdoppia in questa storia. Cioè il racconto è fatto in prima persona dal migliore amico di Maulnes, (anche lui innamorato delle sue avventure e della sua donna). L'incontro con la ragazza che ha ispirato il romanzo è una storia capitata davvero all'autore e questo è il suo unico incredibile romanzo. Perciò chi scrive è al tempo stesso l'innamorato e l'amico e con questa duplice faccia parla alla donna che ama nell'unico modo a lui possibile. Anche il finale è molto bello. E' bello il fatto che Maulnes desideri sempre qualcosa che non è più alla sua portata, che la vita non sia mai appagante ma una continua rincorsa a qualcosa che non è più lì ad aspettare.
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