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L'ingenua, raffinata distorsione del mondo
"Il dolore si inabissava nel suo animo con un sibilo sottile, come fa il vento in inverno nei castelli abbandonati."
Quella di Emma Bovary è la storia di una donna infelice che vive nella Francia del XIX secolo. Tra le eroine più famose nel mondo della letteratura, Emma è avvolta perennemente nell'inquietudine, in una tensione verso l'infinito che nella sua ingenuità è incarnata nell'eleganza dell'altà società, nella cura dell'aspetto e nelle etichette. Emma infatti è prima di tutto una ragazza confusa, confusa al punto da costruire nella sua mente una realtà distorta che mai potrà soddisfare il suo animo inappagato. La piccola provincia normanna in cui la fanciulla è costretta a vivere è per lei alla stregua di una galera, per i suoi interminabili e ripetuti cicli, per le stesse persone ai suoi occhi mediocri, che si trascinano giorno dopo giorno nelle polverose strade del paese bagnate di sole. Conserva gelosamente nei suoi ricordi le immagini dei libri che leggeva in gioventù, immagini di donne che si spingevano ai confini del mondo, in compagnia di un amore nobile e gentile, che riempiva la loro anima in maniera totalizzante per l'eternità. Le conserva nell'attesa di un qualcosa di più grande, che tuttavia sembra non arrivare mai, e la spinge a crollare, declassarsi, commettere irreparabili errori fino a perdere se stessa. A condividere con la ragazza il tetto matrimoniale è l'ufficiale sanitario Charles, un uomo che sebbene Emma col tempo finisce per detestare, per la sua mediocre cultura e condizione sociale, egli amerà al di là dei limiti più provanti, manifestando una purezza d'animo che alla moglie Emma sfugge. La ama così tanto da non riuscire a cogliere i suoi difetti, le sue mancanze, a non comprendere il motivo reale della sua infelicità. La ama con un'abnegazione tale da sfiorare, talvolta, il ridicolo.
Emma Bovary è un'eroina difficile da amare, e a molti appare semplicemente egoista e superficilale, ma c'è molto di più. Certi comportamenti nei riguardi delle persone più vicine a lei sono imperdonabili. Ma la sua frustrazione da un lato dimostra la sensibilità artistica da cui deriva il suo tormento, inesprimibile per la sua condizione sociale e per il solo fatto di essere donna; dall'altro lato questa frustrazione condanna implicitamente coloro che la circondano e la opprimono, i membri della media-borghesia, che non a caso Flaubert stesso aveva in odio. Di loro lo scrittore condannava proprio la vuotezza interiore, l'attaccamento ai beni materiali e la cultura di basso livello.
E' un libro intenso e stilisticamente scorrevole, che nonostante i contenuti interessanti ti trascina nella lettura senza difficoltà. Per la particolarità della protagonista, in sospeso tra mille contraddizioni, porta il lettore a riflettere a fondo, per capire, qualora sia possibile, da che parte schierarsi. Le descrizioni paesaggistiche sono incantevoli, forse tra le più belle che abbia mai letto.
"Tutto era silenzio; qualcosa di dolce sembrava emanare dagli alberi; sentiva i battiti del suo cuore ricominciare e il sangue circolare nella carne come un fiume di latte. Allora udì in lontananza, al di là del bosco, sulle altre colline un grido vago e prolungato, una voce strascicata, e la ascoltò in silenzio, mescolarsi come musica alle ultime vibrazioni dei suoi nervi scossi."
:) A pieno merito inserito nella tradizione dei classici.
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