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Addio, addio, ricordati di me
Amleto principe di Danimarca. Figlio prodigo e leale, giovane di sani principi, esempio di uomo offeso nel cuore e nella ragione, nell'orgoglio e nella dignita'.
Amleto figlio di Amleto, carne nobile ed onesta dalla stessa stirpe generata, non c'e' modo di esimersi dal subire i cenciosi e mortali intrighi di un congiunto assassino ed impostore : Claudio ruba la vita, si impossessa del trono, si insinua nelle grazie di Gertrude regina madre.
Ma re Amleto torna , protetto dalle eteree spoglie di un fantasma nell'oscurita' di Mezzanotte, egli confida al principe suo figlio il rancore, il torto subito, la vera natura del successore al trono.
Pazzia simulata e pazzia vera, la follia artificiosa del principe e la demenza che portera' l'amata Ofelia alla morte si alternano ad incupire il palcoscenico, ed il presagio di disgrazia diviene sempre piu' concreto.
Romantica la figura di Amleto, un animo gentile predisposto alla sofferente riflessione, piu' che alla violenza. Con la furbizia egli scova l'assassino, ma la lama tarda a compiere l'estrema vendetta, solo la voce di un amico fedele aspergera' la verita' sulle fronti dei posteri.
Capita spesso che si osservi un volume di Shakespeare ben riposto in libreria e al sorriso del mio sguardo luccicante che chiede " Ti piace ?" si risponda con un " Non so, mai letto . Troppo difficile."
Su questo concetto vorrei dissentire e concludere il mio commento.
Esiste una critica letteraria probabilmente infinita e spesso estremamente complessa sulla produzione del drammaturgo. Ma senza nulla togliere al lavoro dei critici, leggete i suoi scritti prima dei commenti e prima di esprimere un giudizio, vi renderete conto che i testi piu' famosi dell'autore inglese non sono affatto complicati. Indubbio che appartengano ad un filone particolare, indiscutibile che la scrittura come la scenografia siano vetuste. Ma si tratta di opere teatrali brevi, che si affrontano con incanto, che riescono ad essere a tratti ancora attuali, nei cui versi si contempla una via lattea per l'eternita' dislocata esattamente lì, nel giardino di casa nostra.
Perche' la bellezza dei componimenti shakespeariani non e' un universo elitario.
La bellezza e' un dono semplice, fa parte della natura, anche se si parla di letteratura essa e' accessibile a tutti, fidatevi.
" Accorda l'azione alla parola, la parola all'azione, con questa particolare avvertenza, di non andare mai oltre la moderazione della natura. Perche' ogni eccesso in questo e' lontano dallo scopo del teatro, il cui fine, agli inizi come ora, e' stato sempre ed e' di porgere, diciamo, uno specchio alla natura; di mostrare alla virtu' il suo volto, al vizio la sua immagine, e all'epoca stessa, alla sostanza del tempo, la loro forma e impronta. "
Buona lettura.
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Commenti
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Pia
PS vedo che hai soddisfatto la tua voglia di Shakespeare, brava! :-)
Grazie a voi per avermi letta e per condividere il mio punto di vista ;-D
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condivido appieno le tue considerazioni sulla lettura di questo autore