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“Il bello è il brutto, il brutto è il bello”
Notte. E' sempre notte. Notte oggi, notte ieri, notte domani...
Se almeno vi fosse la luna! Non chiedo il sole, voglio la luna. Quest'astro soave che inargenta e nobilita il fosco che ci sta soffocando. Il suo flebile raggio è una flebile speranza. La flebile speranza che un giorno potrà tornare il sole. Ma non ci sono: né l'uno né l'altra.
Se almeno fosse una notte serena! Invece no. Tuoni, lampi, saette. Urla, lamenti, disperazione. Mai un sorriso, mai una carezza. Solo pugnalate, impiccagioni, squartamenti.
Se almeno il cielo avesse il colore della notte! Una notte profonda, sincera, ammaliante ! Invece permane questa nebbia sanguigna. Questo tanfo di cadavere. Questa putrefazione continua.
Ormai non si piange più. Le nostre lacrime si sono prosciugate. Le nostre riserve esaurite. La nostra terra non è più madre, ma sepolcro. I suoi abitanti spiriti usciti dalle bare.
L'unica luce che affiora è quella più pericolosa. Statene lontani! E' la torcia dell'assassino, dell'usurpatore, del mostro avido del nostro sangue, bramoso delle nostre sventure. Ci tortura per rimediare alla sua inevitabile solitudine: sua moglie è un'arpia sonnambula, i suoi cortigiani sono degli schiavi impietriti dal terrore, i suoi amici sono fuggiti o sono morti. Chi poi vorrebbe stare con una creatura simile. Persino i sicari fuggono appena vedono la sua sagoma.
Egli ha trasformato la nostra amata patria nell'Inferno: la brughiera è il deserto, il fiume l'Acheronte, la città Dite. Siete giunti nella terra di re Macbeth. Benvenuti. Ma che dico? Benvenuti?! Statevene alla larga! Fuggite! Qui non troverete che cadaveri, squilibrati e criminali...
Macbeth è uno dei più valorosi nobili scozzesi. Ha appena salvato eroicamente la sua patria dall'invasione dei norvegesi. Sta tornando dalla battaglia con il suo amico, il valente generale Banquo, quando viene fermato da tre sorelle orribili, lugubri, terrificanti. Sono le Fatidiche Sorelle: tre fattucchiere che predicono a Macbeth che sarà thane di Cawdor e re di Scozia mentre a Banquo che sarà fondatore della futura casata reale per poi scomparire nel nulla. Immediatamente arrivano due messaggeri che annunciano a Macbeth che per il suo coraggio mostrato in battaglia è stato nominato da re Duncan thane di Cawdor. Non ci può credere. La profezia delle tre vecchie si è realizzata! Ma allora ciò significa che sarà presto re di Scozia! Oh Macbeth, perché ti sei affidato a quelle vecchie vipere! Perché stai alimentando così pericolosamente la tua ambizione che sai bene essere smisurata! No! Non informare tua moglie dell'accaduto...
Ormai tutto è finito: Lady Macbeth sa. E' una donna crudele: capace di fracassare il cranio di un neonato che sta allattando. E' una donna determinata: quel che vuole lo realizza. E' una donna spregiudicata: per il potere può fare stragi. E' una donna? Di aspetto si, ma di cuore no: è un uomo, un uomo che mira ad essere tale sotto ogni aspetto, specie quelli più oscuri.
Pertanto, sebbene la tua morale sta recalcitrando, o Macbeth, lei con le sue arti demoniache riuscirà a convincerti a compiere il delitto più mostruoso, più raccapricciante che possa essere immaginato. Verrà sparso sangue e quel sangue cambierà radicalmente la tua vita trasformandoti da pio patriota a lurido pluriomicida...
William Shakespeare con il suo stile poetico, eclettico, metaforico,evocativo ci scaraventa in un abisso senza fondo, l'abisso del male, dove dominano le tenebre, il macabro, il sanguinario. Con streghe, con omicidi, con apparizioni e fantasmi ci fa rabbrividire. Con spasmodica tensione ci angoscia e ci sconvolge con il fulmineo capovolgimento delle sue creature: Macbeth da eroe passa ad antieroe, Lady Macbeth dalla lucidità passa alla follia, entrambi da carnefici passano a vittime della loro carneficina. E' la caduta della ragionevolezza di fronte alla attrattiva del male. Ma il male non può portare che male: ciò che prima era bello ora è brutto e ciò che prima era brutto ora diventa bello. Si finisce in un circolo vizioso dal quale si può uscire solo con l'annientamento. Il tutto per che cosa? Per una disgustosa ambizione. Per un miserevole e meschino innalzamento di gradino in una piramide originaria, frutto delle nostre perverse fantasie.
Tuttavia non dimentichiamo che la terra di Macbeth descritta all'inizio non è scomparsa: è ancora presente, anzi è imperante, solo che si è nascosta dietro alla maschera dell'ipocrisia, del perbenismo del mito della scalata sociale. E leggere Macbeth aiuta proprio ad aprirci gli occhi, a reagire anche se il suo autore sa che è veramente difficile contenere la forza devastante della propria ambizione.
Un'opera densa, potente,da leggere assolutamente.
Buona lettura!
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Commenti
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Splendida recensione per un'ottima segnalazione.
Pia
Il Macbeth è stata la prima opera che ho letto di Shakespeare e di sicuro non sarà l'ultima.
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