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Adieu '800
Il XIX si rivela essere un secolo ricchissimo da un punto di vista letterario e storico: abbiamo il neoclassicismo con Napoleone, il romanticismo con i moti liberali e il '48. Ma soprattutto abbiamo il trionfo del romanzo, strettamente connesso al trionfo del capitalismo, della borghesia, dell'imprenditorialità. Ed è proprio il romanzo a celebrare, a intrattenere questa nuova egemonica classe sociale e al tempo stesso a criticarne l'egoismo, l'avidità e la meschinità: da qui il naturalismo francese, il romanzo sociale inglese e il romanzo russo in cui irrompe magistralmente la psicologia, l'anima dei personaggi.
Tuttavia il XIX si rivela essere anche il secolo della decadenza della borghesia, con quell'incrinarsi degli ideali fondanti di decoro e rispettabilità che esploderanno in tutta la loro potenza devastatrice nel XX secolo, con le sue guerre mondiali, i suoi stermini, i suoi totalitarismi.
Credete possibile ritrovare tutto ciò in un unico libro? Condensare queste due matrici opposte in un numero limitato di pagine? Non dando vita a un insipido minestrone ma a un prelibato piatto d'alta cucina? Be' sì, è stato possibile per un incredibile scrittore del '900, il tedesco Thomas Mann (1875-1955) e i suoi Buddenbrook, storia dell'ascesa e del tramonto di una famiglia dell'alta borghesia mercantile di Lubecca in un ampio arco temporale (1835-1877).
Per la Mengstraße è giorno di festa: nell'enorme casa dalla facciata rococò la ricca e potente famiglia Buddenbrook celebra con succulente prelibatezze, risate e vino a fiumi il suo fastoso trasferimento: vi sono il vecchio Buddenbrook, gioviale ed estremamente pragmatico, sua moglie Antoinette, il loro figlio Johann, tipico esempio di austero e dignitoso commerciante luterano, l'elegante consorte Betsy e i loro 3 figli: la vivace e graziosa Tony, il silenzioso, intelligente e imprenditoriale Thomas e il buffo e comico Christian. In questo momento splendido è bandita ogni tristezza, ogni apprensione per il futuro, ma nel profondo aleggia la preoccupazione: un morbo ha attecchito nella famiglia, particolarmente nel dignitoso Tom: è una malattia impalpabile, subdola e disperata: cresce molto lentamente con delle eccitanti febbri che porteranno il giovane al culmine del successo economico e politico, per poi con una rapidità, prima impensabile, attaccare ogni valore, ogni certezza che avevano incoraggiato il giovane Buddenbrook: il pragmatismo, l'intraprendenza ,l'entusiasmo, l'iniziativa su cui si fondano gli affari. Tom sente come disgusta il mondo viscido, maligno, corrotto del commercio, sente come sia differente da suo padre e da suo nonno, sente come sia solo, perso, incompreso. Allora si crea una maschera, una estenuante maschera di decoro e rispettabilità, che gli dissipa ogni forza, ogni energia. Tale terribile morbo è la decadenza che ha imputridito e annientato la sua vita, la sua famiglia, la sua ditta. Da tutto questo marcire, soffrire, patire nasce, però, Hanno, giovane creatura fragile, sensibile, che disprezza ogni meschinità, ogni convenienza sociale, dedicando tutta la sua candida e timida anima alla musica, quel mondo puro, superiore, a lungo rimasto incompreso dalla sua “stirpe” presa solo da granaglie, numeri e azioni. Hanno è riuscito a superare il padre, a superare la società anseatica in cancrena, a superare l'egoismo e la malignità di questa vita orripilante. Hanno è la rottura, Hanno è la novità, Hanno è il 900...
Oltre al carattere enciclopedico di questa opera d'arte, a colpire incredibilmente è lo stile: l'apice del genere del romanzo difficilmente raggiungibile di nuovo. Una sinfonia armonica, perfetta, dove ogni nota, ogni strumento, ogni variazione è talmente unica, sublime, divina da non poter essere mutata. Con i suoi leitmotiv wagneriani, con la sua equilibrata raffinatezza che non si annienta mai in noia, ma scorrevolmente e al tempo stesso delicatamente compie crescendi ironici, diminuendi malinconici, allegri, forti, fortissimi, si priva dei pesanti virtuosismi, e nella sua purezza, nel suo splendido candore, eleva spiritualmente, innalza al mondo celeste.
Per questa sublime perfezione, per questa unicità, per questa forza imprescindibile che ammalia, incanta, strega il lettore, vi invito con tutta l'anima a leggere questa perla, quest'unicum della letteratura, se proprio non volete esagerare, europea, ma io sarei più propenso per quella mondiale. Buona lettura!
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Commenti
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" I Buddenbrook " è davvero uno dei più bei romanzi che si possa leggere!
Mi segno subito il libro.
Valentina
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