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Tra sogno e realtà
Nella decadente Vienna di fine '800, città che ormai conserva solo l'ombra di una più antica grandezza, vivono Fridolin e Albertine, due giovani coniugi i quali si troveranno loro malgrado a veder minata la stabilità del loro matrimonio, in seguito ad alcune esperienze (reali od oniriche che siano) che hanno come sfondo il desiderio, la trasgressione, il tradimento. Queste esperienze si giocano su due piani diversi: in quello del sogno per quanto riguarda Albertine, in quello reale per Fridolin anche se i due piani risultano quasi intercambiabili. Le misteriose e oscure vicissitudini che vedranno protagonista il giovane medico hanno infatti un che di onirico nella loro nebulosità, mentre il sogno di Albertine è vivido e sconvolgerà entrambi i protagonisti al pari di un avvenimento realizzatosi concretamente. Dopotutto il contrasto tra realtà e sogno, come tra maschera e volto scoperto è un elemento chiave di questa novella.
Quella su cui si basa Schnitzer è un' analisi dei desideri repressi all'interno della coppia ma, che questi desideri vengano soddisfatti o rimangano solo, per l'appunto sogni, poco importa. Fridolin non tradisce la moglie , forse perché non vuole, forse perché non riesce, o addirittura perché l'importante non è davvero tradire ma vendicarsi del tradimento, anche se irreale, proprio perché si ha paura che questo si possa realizzare, vige l'idea che un sogno, non sia mai soltanto un sogno, volendo azzardare una lettura freudiana. Freud stesso del resto, con una lettera si complimenta con lo scrittore per la sua istintiva auto-percezione del funzionamento della psiche umana (sottolineando comunque la differente caratura di ruolo tra scrittore e medico). Interessante notare tra l'altro come la "risoluzione del conflitto" tra i due coniugi avvenga dopo le rispettive confessioni, quasi come se il racconto del sogno, o del doppio sogno abbia avuto un valore terapeutico.
Nonostante la risoluzione finale, senza entrare nel merito della vicenda, si legge comunque, almeno da parte mia, un pessimismo di fondo che forse deriva anche dal particolare clima culturale in cui Schnitzler si trova ad operare. Detto ciò posso concludere affermando che Doppio sogno è una novella ben scritta, breve ma densa di spunti di riflessione senza per questo risultare pesante, anzi la narrazione è scorrevole e le tematiche affrontate assolutamente interessanti.
P.S: Immagino che tutti conosceranno Eyes wide shut, l'ultimo capolavoro di Kubrick datato 1999, la cui sceneggiatura è stata tratta proprio da questa novella. A chi non l'avesse ancora visto ne consiglio la visione e viceversa a chi avesse invece visto il film non posso che consigliare la lettura di Doppio sogno. Nonostante le differenze del caso, sono entrambe due opere pregevoli.
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