Dettagli Recensione
Tenebre a piccole dosi
Cuore di tenebra.
Il titolo lo abbiamo letto tutti, ma pochi l'hanno compreso fino in fondo. Ma partiamo dall'inizio.
Il romanzo è a sfondo storico ed è ambientato nell'800, in quelli che furono i tempi del colonialismo e delle grandi guerre di conquista. L'autore ha scelto di includere il suo protagonista in un determinato contesto: quello del Congo. Ma perché proprio il Congo? Tutto ruota intorno allo sfruttamento degli schiavi neri nelle piantagioni, progetto portato avanti con particolare avidità da Leopoldo II (non certo nome di fantasia), fondatore dell'Associazione Internazionale Africana, fondata, solo di "facciata" con lo scopo di accaparrarsi il Congo e di trasformarlo in proprietà belga. Ed è proprio in questo sfruttamento e in queste miseri condizioni che il nostro Marlowe si ritrova a vivere (e in seguito, come da narratore, a raccontare). Lo stile è quello che si addice all'800, basato su termini di linguaggio elevato e quasi aulico, scritti in un inglese antico e ormai in disuso. E' uno dei mattoni della letteratura inglese, così come tutte le letterature ne hanno. E con mattone non intendo darne una connotazione negativa; anzi, la mia intenzione è quella di dare un voto complessivo positivo, nonostante la lettura non mi sia sembrata affatto facile. Più di tutto mi è piaciuta la scelta del contesto storico, che mi ha fatto aumentare il punteggio del romanzo. Bello, difficile e un po' pesante. Va letto con la giusta intenzione e con il giusto scopo: non si è certo in procinto di leggere un romanzo Harmony, ma un caposaldo della letteratura che va preso a piccole dosi.
Per quanto riguarda la tenebra, più che nel cuore, l'ho vista nelle misere condizioni degli schiavi. Condizione amara che mi ha dato da pensare.
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