Dettagli Recensione
Il giallo che non sbiadisce mai
[contiene spoiler]
Non sono un lettore abituale di gialli, e ho iniziato "10 piccoli indiani" perché spinto dalla popolarità del Classico Capolavoro. Credevo che mi sarei annoiato: i gialli classici invecchiano male, le loro originalità vengono estrapolate e usate in altri mille titoli, e tutta l'atmosfera viene rovinata per colpa di quelli che, ora, sono chiamati cliché.
Ma i cliché hanno una matrice, e quella matrice è rivoluzionaria, e la rivoluzione, purtroppo, come spesso accade, funge da tappeto per i posteri, che sanno solo tirare i fili del suo tessuto.
Quindi, se dovessi fare una critica, criticherei tutti i giallisti che dal 1939 non hanno saputo rivoluzionare il giallo; e pensare che il film "Saw, l'enigmista", del 2004, è in sé un riadattamento di tutta la vicenda finale del romanzo.
Ho messo l'avvertenza spoiler, quindi attento a chi legge: il killer che tutti pensano essere morto come una normale vittima, le persone che sono lì per essere giudicate... dopo 64 anni rivediamo tutti questi aspetti riportati su una pellicola del 2004. E questo significa appunto che "Dieci piccoli indiani" è uno di quei romanzi che non invecchia e che continua a fare scuola.
Il romanzo, inoltre, non si ferma al mero caso "investigativo". Dieci persone con le loro colpe, con i loro pentimenti, con il loro passato da scoprire. Non c'è respiro per il lettore: quando il racconto si prende una pausa dagli omicidi, il passato di un tale personaggio viene sempre più a galla, e l'idea che ci si è fatti di questi piccoli indiani è in continuo mutamento.
Oltre ad avere dei grandi personaggi, il giallo è in sé molto intrigante. Durante la lettura ho sempre tenuto d'occhio la poesia sui dieci negretti per scoprire il modo in cui sarebbe morta la prossima vittima.
Certo, da "uomo moderno", scoprire l'identità del killer in maniera epistolare non mi ha soddisfatto del tutto. Alcuni omicidi li ho trovati forzati, specie quello dell'orso di marmo, e anche la messa in scena della morte del killer non mi ha convinto senza riserve.
Ma leggendolo con gli occhi del tempo (cosa essenziale, secondo me, per qualsiasi lettura classica) devo dire che questo romanzo è perfetto.
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