Dettagli Recensione
Grandi turbamenti
Ancora una volta sono rimasta stupita dalla mia ignoranza: ammetto che in tutta la mia carriera di lettrice e di studente non ho mai sentito nominare nemmeno una volta il nome di James. Mi sono sentita un pozzo di stupidità e non voglio celare che il primo pensiero rivolto all'autore e al libro è stato: "ah, se non lo hai mai sentito un motivo ci sarà...". Poi un po' alla volta, con l'aiuto delle lezioni e con una piccola ricerchina in internet, ho visto che in realtà non è James lo sconosciuto: a lui sono riconducibili opere come Daisy Miller, Gli Ambasciatori, Ritratto di Signora e Il Giro di Vite, titoli già più noti. Così per un po', mi sono data semplicemente della stupida... Mi rimaneva però il dubbio del perché avevo fatto fatica a trovare informazioni su questo romanzo. E il pensiero del "un motivo ci sarà" è tornato a galla. Scoprendo poi che il libro in Italia è andato fuori produzione (potete reperirlo solo in biblioteche o in formato e-book), ho cominciato a solidificare la mia convinzione. Aprendo il libro ho avuto conferma.
Non ho mai letto altri libri di James ma su questo ho le idee chiare. E' un libro molto difficile da leggere per la comunità di lettori del XXI secolo (o forse a me mancano le giuste basi culturali per apprezzarlo). Sta di fatto, che se non si hanno nozioni specifiche in ambito artistico (pittura rinascimentale e del '700), della lingua francese, della Rivoluzione francese e di un'indescrivibile numero di piccole altre informazioni culturali, difficilmente si apprezza lo spessore di questo libro. Nozioni che all'inizio del '900 erano del tutto conosciute, forse per noi e per me un po' meno.
Certamente non ha una trama consistente, l'ho trovata un po' banale con temi ripescati dal Romanticismo e dalla letteratura gotica: una ricca ereditiera americana, malata, alla ricerca dell'amore ma raggirata per mettere le mani sopra il suo patrimonio. Più e più volte si fa notare che non è la trama in sé che rende questo libro un capolavoro, bensì come è espressa; la maestria dovrebbe stare proprio qui. Sinceramente non apprezzo i libri pre-modernisti, in un certo senso sono ancora legati al Realismo/Naturalismo, periodo letterario che, personalmente, non ispira le mie simpatie. E purtroppo questo libro è pieno di riferimenti alla letteratura naturalista.
Nonostante abbia cominciato ad apprezzare i romanzi in lingua originale, questo è particolarmente duro da leggere in inglese: su di una stessa riga ci sono almeno venti parole misconosciute e una serie di "it" che non ti fanno capire chi sia il soggetto della frase. Dopo il primo centinaio di pagine così, mi sono catapultata sulla traduzione in formato e-book. Con la speranza che almeno in italiano iniziasse a piacermi, ho continuato a vedere il romanzo come un'accozzaglia di dialoghi su temi inutili, campati dal nulla che non portano a niente. E comunque non è che la difficoltà di comprendere il filo logico di questo enunciato cambi... Anche in italiano una fatica immane per leggere due pagine, capire chi è il soggetto di cosa, qual'è il succo di questo dialogo, dove arriveremo...
Personalmente ve lo sconsiglio, non lo leggerei pure io se non fosse strettamente necessario. E' un libro che non ti dà un attimo di pace perché ogni singolo gesto, ogni singola parola ha un peso estremo all'interno del romanzo. Amo le letture impegnative ma credo che la lettura dovrebbe essere anche piacere. Un impegno piacevole, ecco. Se si passa il tempo solamente a pensare quale dannato significato ha ogni singolo elemento, il piacere si perde e subentra solo un gran mal di testa...
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