Dettagli Recensione
Quelli come noi...
"...quelli come noi
che son venuti su un po' strani
e hanno avuto sempre
poche donne per le mani
e covano le loro solitudini
in segreto quasi con gelosia..."
Claudio Lolli "Quelli come noi"
“Le notti bianche” è uno di quei romanzi, per la verità molto rari, che aprono l'animo di un autore agli sguardi dei suoi lettori. E' impossibile per qualunque solitario animo romantico non partecipare alle vicende dell'anonimo protagonista ed affezionarcisi come ad un amico, un fratello che solo in un mondo intero sembra capirlo. E' stato spesso evidenziato il tema del sognatore romantico, della fuga dalla realtà in un mondo di sogni che lo culla e lo nutre, tuttavia l'aspetto più mirabile è forse la descrizione e riflessione sull'amore nella sua forma più pura. Il romanzo si apre con la splendida citazione da Turgenev: "...Fu creato forse allo scopo di rimanere vicino al tuo cuore, sia pure per un attimo?..." , che delicatamente anticipa il tema principale del testo e lo splendido finale. Lungo tutto il romanzo ci viene presentato l'amore quasi adolescenziale, con i suoi pregi ed i suoi difetti, fra il nostro caro sognatore e Nasten'ka. Nell'arco di quattro notti i due giovani avranno modo d'incontrarsi, confidarsi ed innamorarsi. “Era una notte incantevole, una di quelle notti che succedono solo se si è giovani, gentile lettore.” Già l'incipit basterebbe ad introdurre una chiave di lettura e non poche riflessioni sull'amore; può esistere vero amore senza l'incoscienza e l'incondizionata capacità di donarsi di quando si è adolescenti? In seguito la storia ci avvicina a Nasten'ka ed alla sua storia tormentata che la vede aspettare per un anno un innamorato che le ha promesso di sposarla e liberarla dalla triste vita in casa della nonna. In questa fase, nell'incontro di due solitudini di natura diversa, ma affine, i due protagonisti scivoleranno semi-volontariamente verso l'amore reciproco e cureranno l'un l'altro le ferite della solitudine . E' a questo punto che il nostro amico, perdutamente innamorato di Nasten'ka, sembra poter trovare finalmente la sua luce in questo amore. Ma sarebbe impossibile per lui non fare tutto quanto in suo potere per la felicità dell'amata ragazza, per cui tenta di contattare “l'inquilino”, avvicendandosi così all'ineluttabile rovescio del fato. E' alla fine del romanzo che si ritorna come in un cerchio alla citazione di Turgenev, ed allora a Nasten'ka che gli chiede perdono il ragazzo non può che rispondere: “Non pensare Nasten'ka che io ricordi la mia umiliazione né che voglia oscurare la tua serena e calma felicità con una nube scura.
Non pensare che voglia rattristare il tuo cuore con amari rimproveri, che voglia addolorarlo con un rimorso segreto, che voglia renderlo melanconico nel momento della beatitudine, che voglia strappare uno solo di quei teneri fiori che tu hai intrecciato tra i tuoi riccioli neri quando insieme a lui sei andata all'altare... Oh! Mai, mai! Che il tuo cielo sia sereno, che il tuo sorriso sia luminoso e calmo! Sii benedetta per quell'attimo di beatitudine e di felicità che hai donato a un altro cuore solo riconoscente!
Dio mio! Un minuto intero di beatitudine! E' forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?.”
Quattro notti, su per giù 48 ore, per, aprirsi, curarsi, innamorarsi e poi lasciarsi. L'autoritratto di un solitario romantico in uno splendido Dostoevskjy che a soli ventisette anni ci racconta cosa sia l'amore più puro, capace di gioire della felicità del suo oggetto e di apprezzare anche solo quell'istante di luce che illumina e da senso ad una vita intera.
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |