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Istinto di sopravvivenza
Robinson Crusoe è il romanzo più famoso dell'inglese Daniel Defoe, ed è considerata una delle più importanti opere della letteratura inglese del '700. Inoltre, viene considerato il capostipite del romanzo d'avventura.
Io mi sono avvicinata a questa lettura, grazie al consiglio della mia professoressa d'inglese. Non posso fare altro che ringraziarla, perché l'ho trovata una lettura davvero piacevole.
In molti conoscerete la storia (o almeno una parte), io ne scriverò una breve sintesi, ovviamente non facendo spoiler. Robinson Crusoe è un ragazzo in cerca di avventura, nonostante il padre non sia d'accordo e voglia che il figlio segua la vita della classe media cui appartiene. Ma contro ogni volere, il protagonista compiuti i 19 anni parte con una nave, ma la sua decisione e il suo andare contro gli ordini del padre gli si ritorceranno contro già dal primo viaggio, in cui sarà catturato dai pirati. Robinson intraprenderà diversi viaggi in mare, ma che non andranno sempre molto bene... finché, dopo un naufragio non si ritrova solo in un'isola deserta, dove dovrà iniziare a cavarsela con le sue sole forze, combattendo contro le sue paure. Ogni anno che passa su quell'isola Robinson impara sempre cose nuove e impara anche che dopo tutto non gli è andata così male. Sarebbe potuto morire insieme agli altri suoi compagni, sarebbe potuto finire in una terra di cannibali, avrebbe potuto incontrare bestie feroci,...
Solo verso la fine della sua permanenza sull'isola, farà la conoscenza di altra gente, soprattutto di un selvaggio a cui salva la vita che chiamerà Venerdì e il quale giura fedeltà al protagonista.
L'istinto di sopravvivenza aiuterà anno dopo anno il povero sfortunato Robinson, che riuscirà a diventare il re dell'isola. Il protagonista impara a sue spese, quanto sia vana la ricchezza e tutto ciò a cui noi siamo attaccati, comprende che le cose importanti della vita sono altre. Solo rimanendo soli e senza niente si può riuscire a comprenderlo.
Daniel Defoe scrive il romanzo sotto forma di diario, in cui il narratore è lo stesso protagonista. Con il suo romanzo pone il problema dell'uomo solo, contro la natura e Dio. Mette in luce anche la civiltà del suo tempo, secondo cui l'uomo bianco è superiore all'uomo di colore (il “selvaggio”) e sente il dovere di civilizzare i paesi in cui vivono questi ultimi, insegnandogli la loro lingua e religione.
Il protagonista ha con sé la Bibbia, in questo modo (non avendo molto da fare, inizia a leggerla e rileggerla) inizierà a porsi degli interrogativi sull'anima, sull'essere e non essere. Inizia a chiedersi se il porsi del mondo nei confronti della natura e di Dio sia giusto.
Però ho trovato anche delle pecche nel romanzo, infatti secondo me vi sono troppe descrizioni e troppe volte riprende gli stessi argomenti. Queste parti mi hanno annoiata, perché ovviamente non volevo leggere sempre le stesse cose, quindi avrei preferito meno descrizioni e meno ripetizioni. Nel complesso, come dicevo prima l'ho trovato un bel libro. Lo consiglio a tutti i tipi di lettori, soprattutto ai ragazzi che lo studieranno a scuola, vi assicuro che vi piacerà, ovviamente sempre che non disprezziate i romanzi di avventura.