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Il sogno di Alice
Nell'aggirarmi con aria trasognata tra gli scaffali della mia libreria preferita, ormai totalmente inebriata dal profumo tanto rilassante della carta, ecco che una copertina tutta viola e rosa conquista a tutta prima i miei occhi per poi dirigersi spedita verso il cervello, il quale, stimolato dal tripudio dei colori graditi alla più parte del popolo femminile, imprime la sua forza propulsiva alla mano che, ringalluzzita, cattura il libro.
La caccia è finita.
Leggo finalmente il titolo: "Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie".
"Un libro da bambini? Va bene lo stesso, non mi farà certo male!", penso.
E male non ha fatto, anzi mi ha sorpreso moltissimo.
Lewis Carroll mette giù una favola colta in cui è impossibile rintracciare un senso o una morale e purtuttavia, giunto alla fine della lettura, pensi di avere comunque imparato qualcosa.
La storia è avvincente, i continui cambiamenti di scenario fan sì che non abbia niente da invidiare, quanto a ritmo, ai moderni thriller che ti trascinano, quasi privandoti della volontà, da una pagina all'altra.
La protagonista, come è noto, è una bambinetta di nome Alice, carina, ben educata, di buona famiglia (L'istitutrice […] Se non si ricordasse il mio nome, mi chiamerebbe "Signorina", come fanno le persone di servizio), con una gran massa di capelli in testa, che, in un sogno-non sogno, si trova a relazionarsi con personaggi per lo più scorbutici e grotteschi per i quali lei stessa è un mostro di cui solo si vociferava la leggendaria esistenza.
"Cosa… è… questa?[…]
È una bambina! […]
Avevo sempre creduto che fossero dei mostri leggendari!, disse l'unicorno […]"
Segnatamente le avventure di Alice sono raccolte in due libri entrambi contenuti nell'edizione Oscar Mondadori, quella che io ho letto. L'uno è per l'appunto "Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie", l'altro è "Attraverso lo specchio", due libri quasi complementari in cui dominano in uno le carte, nell'altro gli scacchi.
Fondamentale apporto al fascino della storia viene conferito dalla pregevoli illustrazioni di John Tenniel.
Unica pecca, averlo letto in italiano. Purtroppo nella trasposizione dall'inglese inevitabilmente molti "bisticci linguistici", schemi metrici e assonanze vengono a perdersi.
Utilissime in questo senso le bellissime note, in calce al libro, del traduttore Masolino d'Amico.
Non ho letto da bambina questo libro perché in verità il film e il cartone non mi erano un granché graditi.
Sono contenta comunque di aver incontrato Carroll, "principe del nonsense" e specialista di problemi matematici, almeno da adulta. Ho potuto apprezzarlo pienamente nel suo genio e nel suo estro.
Consiglio di leggerlo perché sognare, in genere, fa bene e poi chi può giurare, come Carroll insegna, che questa realtà non sia anch'essa soltanto un sogno?
"Eternamente scivolando lungo la corrente…
Indugiando nell'aureo bagliore…
Che cosa è la vita se non un sogno?"
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Commenti
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Anche io ho letto questo bellissimo libro quando ero solo una bimba di 30 anni ;) ....
:-)
@Gracy il codice è 978-88-04-6235-19, è un'edizione troppo carina...
@C.U.B. devi assolutamente rimediare, è una fiaba strana, ma bella...;-)
@Cristina ho letto dei sospetti che circolano su Carroll e ammetto che mi hanno inquietato non poco...
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Mi scriveresti il codice ISBN del libro che hai letto? Grazie