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Oscurato dal destino
Impresa ardua presentare questo romanzo di Thomas Hardy pubblicato tra il 1894 e il 1895. Siamo a cavallo tra la fine del vittorianesimo e l'inizio del nuovo secolo. La società inglese sta cambiando, si sta aprendo al mondo ma per Hardy questo è l'ultimo romanzo; ultimo perché fu accolto malissimo da una morale ancora troppo pressante che lo giudicò immorale e volgare; giudizio, questo, che pesò molto sull'autostima dell'autore che per amor proprio decise di abbandonare per sempre la prosa in favore della poesia. In realtà il romanzo non fu capito nel suo significato più profondo ed è Hardy stesso che lo spiega nella prefazione.
Il protagonista è Jude Fawley, ragazzo orfano allevato da una zia in un povero villaggio situato nella regione del Wessex (in realtà Sussex,Inghilterra).
Jude ha una sola passione, i libri, e da questa passione scaturisce un sogno, studiare per entrare all'università di Christminster (città immaginaria su modello di Oxford).
Jude persegue il progetto con costanza ed impegno ma i pochi mezzi lo costringono ad alternare lo studio al duro lavoro.
Mille le difficoltà ma Jude procede fino a quando un destino avverso gli sbarra la strada.
Incontra Arabella, figlia di un allevatore di maiali, donna attraente ma volgare e dall'animo corrotto che riesce con l'inganno a sedurlo e a farsi sposare.
Il matrimonio fallirà in poco tempo, Arabella lo lascerà e il ragazzo, scosso e amareggiato riprenderà in mano il vecchio progetto; si trasferisce a Christminster.
Qui, verrà rifiutato dall'ambiente universitario perché di umili origini e così si consolerà con l'amicizia di sua cugina Sue Bridehead, incontrata per caso e della quale si innamora perdutamente. Ma il destino proprio non ne vuol sapere di placarsi e sferrando colpi su colpi conduce Jude per mano ad un tragico epilogo.
Romanzo totalmente pessimistico impregnato di una religiosità negativa che non consola i personaggi ma li abbatte soggiogandoli col sacrificio. La trama è piuttosto semplice all'inizio ma pian piano si complica lasciando trasparire mille significati diversi che si accavallano e si contraddicono tra loro. Subentrano morale, critica del tempo, religione e una certa "filosofia della disgrazia" (concedetemi questa licenza poetica).
Le figure femminili presenti nel romanzo sono complesse e artificiose; nascono e si sviluppano nella pura contraddizione. Arabella, attraente e volgare tentatrice riesce ad ottenere il matrimonio che rende l'unione limpida agli occhi di Dio e della morale comune; Sue, invece donna colta, pulita e religiosa sceglierà di convivere con Jude e di avere dei figli al di fuori del matrimonio, fatto altamente scandaloso per l'epoca.
Lo stesso nome di Jude è contraddittorio; egli porta il nome del traditore di Cristo ma è lui stesso un "povero Cristo" che si butta tra le braccia di un mondo che lo rifiuta considerandolo "oscuro", invisibile per le sue umili origini. Uno stile eccellente e ben articolato, scorrevole ma faticoso nell'elaborato narrativo perché ridondante di citazioni bibliche e letterarie, di filosofia e di superstizioni folkloristiche. Il testo è suddiviso in sei parti e narrato in terza persona. Un'opera che ho apprezzato ma che nel finale mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Da leggere.
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Commenti
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Per rispondere al tuo commento posso solo essere banalmente retorica? "meglio tardi che mai" ;)
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Gran bella analisi Marcella! :-)