Dettagli Recensione
Una dittatura mascheratasi da democrazia
Londra, febbraio 1944
In piena seconda guerra mondiale, in un clima rovente, continuano da parte degli Alleati gli attacchi al nazifascismo. Nel Regno Unito,tuttavia, mentre l'opinione pubblica si scaglia contro i regimi totalitari nemici, si tura le orecchie di fronte ad un qualsiasi attacco o insinuazione verso un altra importante dittatura di fatto: l'URSS. Infatti dietro la facciata di potenza militare e di uguaglianza e fratellanza comuniste, la Madre Russia di Stalin è un paese fortemente centralizzato, con una censura imperante e dominato dal sospetto, dalla delazione, dall'utilizzo massiccio dei gulag e dalla corruzione dilagante. Però l'Inghilterra, sebbene accetti critiche verso la propria classe dirigente e sebbene rimarchi continuamente la propria tolleranza di pensiero, soffoca sul nascere ogni possibile critica contro l'alleato russo, indispensabile per vincere le potenze dell'Asse. Proprio in questo frangente di tempo un giovane autore inglese- nato in Bengala da una famiglia scozzese, che ha lavorato nella polizia imperiale inglese e poi come giornalista e che ha partecipato alla guerra civile spagnola- conclude la stesura della sua opera La fattoria degli animali, la quale sotto forma di favola biasima il regima comunista. Nessun editore si prende il carico di stampare questo scritto, perché,secondo l'opinione pubblica , non sta bene pubblicarlo. Perciò solo a guerra finita il testo viene dato alle stampe e inaspettatamente riceve un enorme successo che è proseguito sino ai giorni nostri, rendendo celebre il suo autore. Il suo nome? Eric Arthur Blair, meglio conosciuto come George Orwell (1903-1950).
In una notte di inizio marzo, nel granaio principale della Fattoria Padronale, il Vecchio Maggiore, un anziano verro, fa riunire tutti gli animali della tenuta. Sentendosi ormai vicino a morire, lo stimato maiale mostra ai suoi compagni come sia la realtà della fattoria: “La vita degli animali è sofferenza e schiavitù. Per qual motivo continuiamo dunque a vivere in tanta miseria? Perché il frutto del nostro lavoro ci viene quasi interamente rubato dall'Uomo. L'Uomo è l'unico vero nemico che abbiamo . Eliminiamolo dalla scena, e la causa prima della fame e del superlavoro sarà abolita per sempre. Ricordate: tutti gli uomini sono nemici. Tutti gli animali sono compagni. E sopratutto tutti gli animali sono uguali .” Il discorso del Vecchio Maggiore raccoglie il consenso di tutti, ma per la liberazione dal giogo umano dovranno occuparsi altri animali perché l'anziano verro muore pochi giorni dopo. La direzione viene affidata agli intelligenti e sagaci maiali Palladineve e Napoleone i quali danno vita ad una vera e propria ideologia-l'Animalismo- e grazie alla loro energia e abilità oratoria la notte del 23 giugno il padrone della azienda agricola, l'alcolizzato Mr. Jones, viene cacciato con tutta la sua famiglia. Ora sono gli animali a comandare: è finita l'era della Fattoria Padronale mentre inizia quella della Fattoria degli animali. Questa diventa un vero e proprio stato con la propria bandiera, il proprio inno, le proprie leggi (7 comandamenti che si incentrano sull'uguaglianza degli animali e sull'odio verso gli umani) e la propria forma istituzionale (assemblea plenaria che si riunisce ogni domenica). Palladineve e Napoleone sono gli unici a proporre agli altri compagni(ancora frastornati per la loro vittoria) piani di organizzazione, che vengono accettati all'unanimità. Tuttavia i due iniziano ad avere idee contrastanti e le assemblee settimanali diventano roventi finché Napoleone prende il potere con la forza. Da questo momento la Fattoria degli Animali conoscerà numerose novità. Napoleone e tutti i maiali gradualmente si accollano sempre più privilegi( e vizi propri dell'Uomo) in nome della difesa della fattoria mentre gli altri animali sembrano lavorare duramente più per il sostentamento di quelli che per il loro. Non sarà che tutti questi cambiamenti stanno portando la situazione a quella precedente la cacciata del signor Jones?
George Orwell, con un tono leggero,semplice e allo stesso tempo gravido di sarcasmo e pungente ironia, mostra come sia rapida la parabola discendente da utopica democrazia, basata su una assoluta uguaglianza, a regime totalitario,basato sul “tutti gli animali sono uguali ma alcuni animali sono più uguali di altri”, mediante la demagogia, il lavaggio del cervello e la disinformazione (rappresentati dal maiale Piffero, il portavoce di Napoleone capace di rendere credibile il paradossale). Ed inoltre evidenzia quanto sia lento, anzi impossibile il processo inverso in quanto gli uomini ( nella favola rappresentati dagli astuti, ingordi ed egoisti porci) faranno sempre il loro comodo e se ne avranno l'occasione prevaricheranno sempre sui più deboli e ingenui.
È difficile non provare a fine lettura un senso di sgomento per la modernità del messaggio del libro. Infatti, anche se ad essere al centro è lo stalinismo, vengono rappresentate dall'autore ( forse non inconsapevolmente) le dittature odierne, che sfruttano il populismo e un'oratoria suadente per ricevere dal popolo stesso (spesso analfabeta) tutto il potere il quale viene accentrato nelle mani di un'unica persona o di un ristretto gruppo.
Per l'attualità del messaggio e per l'originalità dell'esposizione consiglio animosamente questo brevissimo libro che oltre a scovare i mezzi usati dai tiranni del XX-XXI secolo per ottenere il potere ci mostra anche l'unico strumento per abbatterli: l'indipendenza di pensiero. Buona lettura!
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Commenti
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Pia
Purtroppo, quello che dici è vero.
Ma vorrei tanto che non ne fossimo tutti così convinti;per avere uno spiragliio di speranza.
Ahimè a giudicare dalla politica e dal modo in cui sfruttiamo gli animali, con grandi sofferenze,
temo che questo libro sia una vera profezia.
Non so se ricordi che nel 1980 (non conosco la tua età , scusami anche se presumo che il numero accanto al tuo nome sia la tua data di nascita) ci fu la pubblicazione di un libro e del film omonimo:la collina dei conigli. Non lo ricordo bene, ma mi sembra che la storia fosse simile.
ancora bravo
paola
PS: purtroppo anche gli animali della Fattoria erano pieni di speranza ma alla fine...
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Anch'io come te quoto in pieno la lettura del libro. Ciao