Dettagli Recensione
Cavalleria e giostre a non finire
Ivanhoe è il primo vero romanzo storico. Proprio in virtù di questo fatto, nonostante sia un classico, non può essere un'opera matura e brillante. Lo stile di scrittura è effettivamente pesante e ampolloso, Scott non rinuncia alla sua decina di pagine di descrizione (all'inizio è stato difficile leggerle, infatti poi le ho saltate) ed è un romanzo lento, pieno di quei dialoghi tutti imperniati sulla cortesia. Probabilmente, questo fatto, insieme alla trama banale, contribuisce a rendere questo romanzo non facilmente fruibile.
Ivanhoe è un romanzo cappa e spada, pieno di battaglie, giostre, duelli per difendere l'onore proprio e del proprio signore, i propri ideali e le belle fanciulle. La trama è come molte altre, ovvero il cavaliere Ivanhoe torna dalla terra santa ed entra in una spirale fatta di combattimenti e cortesia. In effetti, questo è l'unico elemento del carattere dei personaggi maschili nobili: cortesia e duelli, sembra che non vivano d'altro. O meglio, ogni personaggio è guidato da un aspetto specifico: Ivanhoe, come la maggior parte dei nobili dal desiderio di combattere e dalla cortesia, Giovanni senza Terra è infido e pauroso sempre, Isaac è tirchio in ogni momento, Rebecca è una donna che mette l'orgoglio sempre davanti a tutto, anche alla sua convenienza, Rowena è la classica donna bellissima, biondissima, fragilissima e diafana. Non abbiamo un ulteriore approfondimento dei personaggi e questo, purtroppo, rende il romanzo abbastanza piatto.
Tuttavia, le atmosfere sono molto evocative, gli stessi dialoghi inseriscono il lettore in un ambiente pieno di cavalleria e romanticismo, proprio quello che mi sarei aspettata da una storia di questo tipo. Al tempo stesso, la trama è ben congegnata, ricca di colpi di scena, che non la rendono mai noiosa o ripetitiva, pur con i difetti che ho elencato sopra.
Per concludere: consiglio il romanzo a chi si sente di cimentarsi in questa lettura, che può risultare persante, quindi si deve essere disposti a sopportare, almeno all'inizio, la lentezza della scrittura.
P.S.: quando dico che la trama è banale, intendo dire rispetto alla trama generale, non ai singoli colpi di scena, che ho apprezzato moltissimo, e rispetto ad oggi, che di queste cose ne abbiamo viste e lette in quantità: all'epoca di Walter Scott, probabilmente questo romanzo era una grande novità.