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Una questione morale
Siamo nell'Inghilterra vittoriana di inizio '800, nel piccolo ed immaginario paese di Barchester, alle porte di Londra. A Barchester il primo cantore della cattedrale, il reverendo Harding, ricopre anche la carica di amministratore del locale ricovero per anziani indigenti, che prospera grazie ad un lascito testamentario di quattro secoli prima del benefattore Hiram.
Le vicende di questo piccolo mondo ruotano intorno all'ambiente della cattedrale e ai suoi personaggi ma anche al fermento di una società in cerca di uno stato sociale più giusto.
In questo senso va vista la battaglia del giovane medico John Bold che ritiene immotivatamente eccessivo il compenso percepito dall'amministratore del ricovero di Barchester in relazione al sussidio passato agli anziani ivi ricoverati.
Peccato che l'amministratore in questione sia il reverendo Harding, un uomo buono e mite, assolutamente disinteressato al denaro e ai privilegi assegnatigli, nonchè padre della giovane Eleanor di cui Bold è nemmeno tanto segretamente innamorato.
L'obiezione sollevata da John Bold è tale da scatenare addirittura una campagna di stampa quasi diffamatoria nei confronti del reverendo Harding, additato quale lampante esempio di un clero viziato e privilegiato che fa di tutto per arricchirsi e non fare niente a discapito di quelli per cui si dovrebbe adoperare.
Qui Trollope si avvicina molto a Dickens , non solo per contemporaneità degli eventi narrati , nella denuncia dell'avidità di certe classi sociali e della capacità di cavillare di un certo ambiente legale, trattando il tutto con una sottile ironia di fondo .
Il reverendo Harding si interroga per la prima volta sulla legittimità di quanto assegnatogli , devastato moralmente dagli attacchi della stampa scandalistica del tempo, la figlia Eleanor si appella ai sentimenti di John Bold per farlo desistere dalla causa, lo stesso John Bold si chiede se questa volta nella sua ricerca di giustizia non abbia sbagliato grossolanamente bersaglio.
A dirimere la questione saranno i legali di una delle due parti o il senso morale dei protagonisti ?, può il senso morale di una persona fargli rinunciare a qualcosa per cui sente di non avere inequivocabilmente diritto anche se la legge e i suoi cavilli lo metterebbero al riparo da qualunque ulteriore obiezione?
Trollope ci racconta tutti questi tormenti da spettatore neutrale che tra una pagina e l'altra introduce i personaggi, spiega, ironizza, commenta le vicende e i comportamenti rendendo la lettura molto piacevole, quasi come se ti venisse raccontata da uno ben informato, ruffiano, ma ben educato.
Da uomo dei giorni nostri non ho potuto evitare di sorridere all'ingenua sollecitudine con cui alcuni personaggi antepongono la questione morale al proprio tornaconto, in una società che non è giusta ma sembra avere ancora una quasi fanciullesca divisione netta e semplice tra buoni e cattivi, dove i ricchi restano ricchi ed egoisti e i poveri restano poveri anche quando qualcuno li sobilla per ribellarsi.
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recensione esaustiva, ottimo Andrea!