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La morte a Venezia
Molti sono i piani di lettura che compongono questa novella, la quale appare semplice, quasi minimalista con uno stile che inebria per i cambi di ritmo che si concede.
Il piano narrativo è quello di più facile comprensione, il più scontato; il protagonista si trova in una fase della vita in cui tutto appare confuso, l'idea della fine si fa avanti e con essa la consapevolezza di aver vissuto di sola ragione, di solo appagamento intellettuale, dimenticando, o forse sopprimendo, ogni istinto, ogni germoglio di passione; è la morte che con il suo acidulo odore si insisnua nei meandri della mente, ricordando che non tutto è finito, ma che finirà, in modo inesorabile; è questo pensiero che cambia la prospettiva invertendo l'ordine delle priorità, annullando la razionalità ed esaltando la passione.
Se l'idea della morte il primo movens di questo processo, il fattore scatenante è un amore non convenzionale, omosessuale, verso un ragazzino, un amore platonico, ma essenziale e forte, che brucia le carni e offusca i pensieri.
L'immagine che si ha del piccolo adone è quella raccontata dal protagonista, idealizzata, quasi mitologica: una bellezza divina, rispondente ai canoni della bellezza classica, quasi a giustificare i bassi istinti che lo animano; il ragazzino non è caratterizzato, non ha una personalità, è lineare, quasi abulico, proprio come se fosse una statua di immensa bellezza, ma priva di un'anima, priva di una qualsiasi valenza individuale; egli è la rappresentazione terrena dell'idea di perfezione, di armonia
e come tale oggetto di amore sconfinato e profondo.
Ciò che rende questo scritto se non il capolavoro di Mann, senza alcun dubbio un caposaldo della letteratura del novecento è la capacità di andare oltre il tempo e oltre lo spazio, di sopravvivere agli anni, ma allo stesso tempo di poter esistere sono in quell'epoca e in quel luogo.
I sensi sono confusi, dalla bellezza di Venezia e dalla malattia che aleggia tra le calle, la tranquillità dell'albergo e la confusione che si anima nel protagonista.
Scendendo più in profondità troviamo anche una descrizione molto simpatica e azzeccata della società dell'epoca, piena di ipocrisie e di paure, ora come allora lo stato italiano cerca di nascondere la gravità di una situazione che sta precipitando, minimizzando e smentendo le voci; questo aspetto è uno dei più interessanti, il modo in cui Mann ha descritto la popolazione locale è delizioso e riesce a creare dei personaggi che rimangono a lungo nella mente del lettore.
Una lettura piacevole, veloce e moderna.
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