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Lettura costruttiva e produttiva
Ci troviamo in pieno Preromanticismo quando il nostro giovane Goethe pubblica questo romanzetto dal carattere fortemente autobiografico. Lo scrittore ha solo ventiquattro anni (se non erro) quando pubblica il libro, e subito riscuote un successo che si protrarrà per diversi anni, addirittura causando quella che viene definita la "febbre di Werther". Non voglio anticipare niente, quindi non starò a precisare cosa sia essa e in cosa consista. Ricordiamo che questo è un romanzo epistolare, ovvero scritto sotto forma di lettere scambiate tra il protagonista e un amico, in questo caso Guglielmo, di cui tuttavia non leggiamo nessuna lettera. Il romanzo, come già accennato, è di forte carattere preromantico, in cui si evidenziano gli stimoli e le reazioni che sfoceranno nel Romanticismo, un ego eroico se non titanico, l'essere travolti dalle passioni, la pace trovata nella natura, l'amore forte e sensuale per le donne e tutte queste caratteristiche. Le prime tre caratteristiche sono presenti lungo tutta la trama, infatti all'inizio ci troviamo in uno scenario sereno se non addirittura pacifico e felice per il giovane Werther. Lui ama perdersi nella natura, guardare l'acqua che fruscia da una fontana e dimostrare il suo bene a tutte le persone che incontra, tanto che subito tutti lo prendono per un bonaccione e ne diventano amici. La sua vita viene diciamo sconvolta dall'arrivo di una donna, ed ecco che si presentano le altre due caratteristiche tipiche del preromanticismo. L'amata, possiamo definirla così, si chiama Carlotta, per i bambini amorevolmente Lotte, e subito si trova bene con il carattere di Werther, tanto che ne è estremamente attratta e affascinata.
La caratterizzazione dei personaggi è semplice non occupa molto spazio nella trama, così da lasciare spazio alla mente del lettore e alla sua immaginazione. Infatti, se non poche caratteristiche che vengono elencate, le altre vengono o date per scontate o fatte capire al lettore indirettamente. L'aria che si respira lungo tutto il romanzo è leggera e dolce, scorrevole e ci allieta l'animo. Sopratutto, o almeno per me è così, mi sono ritrovato molto nelle passioni racchiuse e furenti del protagonista, che appena ne ha l'occasione le sfoggia davanti a tutti, pur di eccedere. La stessa storia vale per la caratterizzazione dell'ambiente, che viene rappresentato con un'altissima forma artistica che ci permettono di vederla di fronte a noi. La trama, diciamo facile da intuire, non è per niente noiosa. Una cosa che mi è piaciuta è il fatto che il protagonista, per allietare il proprio animo acceso, legga libri. Inizialmente se dedica al "suo" Omero, come riferisce a Guglielmo, per poi passare a un'altra opera preromantica, "I canti di Ossian" di Macpherson, a cui è dedicato una lettera intera del romanzo. L'amore che il nostro Werther mette nel leggerli a Lotte è travolgente e ci fa accapponare la pelle, ci fa venire i brividi. L'aria leggera e pulita si tramuta in tempesta quando il mondo del protagonista viene turbato da una triste notizia, che non starò a raccontare, e che lo colpisce più di tutto.
Goethe non rinuncia a mettere dettagli che sono a volte irrilevanti ma che ci permettono di ambientarci meglio all'interno del libro, e che quindi non sono del tutto inutili. Lo stile di scrittura è semplice e tipico dei giovani scrittori. Infatti lo stile di Goethe cambierà con gli anni, perfezionandosi con il Faust, il Wilhelm Meister e Le affinità elettive. Tuttavia, ritroviamo in Goethe un genio artistico e letterario per la sua giovane età, che ci fa godere di una scrittura alla portata di tutti.
Per chi avesse letto questo libro, consiglio il corrispondente italiano, ovvero "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" di Foscolo. Anch'essa opera dal carattere autobiografico la cui trama si discosta leggermente da quella di Goethe per la presenza dell'amore per la patria.
In conclusione direi che ogni persona può leggere questo libro, il cui tempo impiegato non è per niente sprecato, ma al contrario costruttivo e produttivo.