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Travolgente Bellezza
Poche pagine per raccontarci il peregrinaggio di un uomo verso la perdizione sia fisica che morale, che lo porterà alla morte. Gustav von Aschenbach, artista di fama, è deciso a mettere fine alla propria immobilità intraprendendo un viaggio con metà finale, in tutti i sensi, Venezia. In una città malata, le cui descrizioni si accompagnano ai deliri interiori del protagonista, arricchendoli, il colera sta mietendo le sue vittime e Gustav incontra i propri demoni. Il peccato ha, per l'artista, il nome di Tadzio, giovane polacco dall'eterea bellezza, di cui s'infauta perdutamente. Senza preoccuparsi delle ineluttabili conseguenze, si lancia a braccia aperte in questo amore, per lo più esaltazione platonica della bellezza, che non tarderanno ad arrivare.
L'intensità del racconto segue le vicende narrate e alla partenza lenta e sobria si contrappone il crescendo successivo, in cui i toni si fanno più ritmati e densi. La vita semplice e morigerata del Gustav iniziale contrasta con il nuovo Gustav, ostaggio dei sensi senza più inibizioni. Le parole semplici e leggere dell'inizio, si complicano, si arricchiscono di metafore, si abbelliscono e, a un tratto, s'incupiscono per far percepire i farneticamenti interiori di un uomo di arte, che ha fatto della sua vita un esempio di moralità, ma che alla fine, non riuscendo più a resistere, con tutti i sensi, si abbandona alla esaltazione della bellezza, lasciandosi corrompere da essa.
Un racconto denso e coinvolgente da non lasciarsi scappare.
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