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Il medico di campagna
Un incipit bucolico ci accompagna con dolcezza in un piccolo paese di compagna attraverso gli occhi del capitano Genestas. Fin dalle prime parole sembra che tutto intorno si componga, la vallata che galoppando viene attraversata, il lento scorrere del fiume e il cinguettare degli uccelli;la Francia del 1829 doveva essere davvero adorabile.
La trama di questo romanzo è ridotta ai minimi termini, di fatto non accade niente, quello che conta oltre allo stile limpido e semplice che sembra essere tutt'uno con l'umiltà dei contadini che popolano al valle, è il contenuto; infatti Balzac crea dei personaggi che sono degli oratori, che attraverso i propri lunghi monologhi esprimono le proprie idee e attraverso queste la propria anima.
Il protagonista è delineato in modo esauriente fin dalle prime pagine per bocca dei suoi compaesani, egli oltre ad essere il medico è anche il sindaco che ha restituito lustro e benessere al villaggio attraverso le proprie opere, ma soprattutto attraverso il proprio esempio.
I lunghi dialoghi o meglio dire monologhi lo rendono a tratti così perfetto da risultare irritante, ma è quasi impossibile dare voce a questo pensiero perché Balzac ci ricorda e sottolinea che questo benefattore non è supponente, non fa pesare ciò che fa, ma sembra che tutto gli venga naturale e non può non conquistare.
I piani di lettura che si possono trovare, sono molteplici; quello narrativo, come detto prima, è lineare e quasi irrilevante, ma rispecchia la semplicità delle persone che lo popolano, anche se il finale in cui impariamo a conoscere la vita del medico rendono comprensibile tutte le sue azioni; quello sociologico è forse quello più interessante, viene analizzata e fatta comprendere la società dell'epoca, le speranze dei contadini, i loro pensieri, i loro bisogni. Balzac ci fa vivere tutto questo, rappresentandolo con semplicità e con realismo, senza cadere nello scontato e nel banale, senza tacere nessun lato e confrontando le varie personalità che la compongono; poi c'è il piano storico che è senza dubbio quello che più suscita l'interesse del lettore e forse anche dell'autore; vi è infatti narrata tutta la vita di Napoleone, dalla nascita alla caduta, per bocca dei soldati che lo hanno seguito e adorato, di coloro che erano al suo fianco e che non lo hanno tradito e viene fatto con tale ardore e con tale passione che non può lasciare indifferenti; infine, ma non certo per importanza c'è il piano economico-politico, che tanto ha affascinato Engels portandolo a dire “ho imparato di più che da tutti gli storici dichiarati, gli economisti e gli studiosi di statistica di quel periodo messi insieme”, infatti è attraverso i suoi personaggi che Balzac esprime le proprie idee e lo fa in modo così genuino e così particolareggiato da convincere il lettore.
Più di un romanzo un'occasione di riflessione e di accrescimento culturale, un momento per assaporare la forza patriottica e l'orgoglio di una Francia orfana del suo imperatore.
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Commenti
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lo leggerò.......
bellissimo commento!
Poi si torna coi piedi per terra, ma è una bella sensazione. Il medico è una persona normale, che ha quasi fatto un miracolo comportandosi bene e non anteponendo i propri interessi a quelli degli altri educando e contagiando i popolani.
Molto bella la tua recensione ...
Pia
adoro Balzac e la tua recensione è molto bella. Ma il libro è davvero noiosissimo e solo le ultime 20 pagine hanno trama! Le restanti 300 sono un tediosissimo elogio di quest'uomo, il medico e uno svolgersi di eventi senza senso perchè appunto non sai chi sono Benassis e Genestas (vien detto nelle ultime 20 pagine). C'è da dire che neanche loro due si conoscono e quindi il loro immediato intendersi e tutto quel (pochissimo in realtà) che succede non ha senso! Inoltre tutti rapporti umani sono irreali (tu forse dirai romanticamente utopistici): uomini appena conosciuti si adorano e fanno di tutto per aiutarsi l'un con l'altro come se fossero nati ieri e come se non avessero altri amici o parenti o altri legami a cui dedicarsi. Troppo stucchevolmente bigotto e socialmente devoto (badando bene che il popolo povero e ignorante stia al suo posto, secondo appunto il pensiero di Benassis).
Bocciato, bocciatissimo!
Adoro il Balzac della Cugina Bette; secondo me uno dei libri più belli mai scritti. Leggete quello!
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Pia