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Le notti bianche
 
Le notti bianche 2013-06-03 11:47:35 catcarlo
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
catcarlo Opinione inserita da catcarlo    03 Giugno, 2013
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Recensione

Un largo maestoso che accompagna una lunga sequenza che percorre in soggettiva le strade di Pietroburgo ravvivate dal fermento di una primavera che sta sbocciando. Poi un motivo patetico mentre l’immagine stringe su una panchina lungo il fiume, dove due personaggi, che paiono lontani dal resto di una città che si trasforma in quinta teatrale, incrociano le loro solitudini e, in un turbinio di forti passioni accompagnato da un crescendo orchestrale, vivono attimi sempre più intensi che li avvicinano fra loro e li conducono a raggiungere, anche per un solo momento, la beatitudine. C’è molto romanticismo in questo racconto, o romanzo breve, che l’autore russo diede alle stampe quando aveva solo ventisette anni, ma la storia esile – però che grande invenzione la spilla da balia! - e il linguaggio traboccante non possono certo impedire al lettore di prendersi a cuore la sorte e i sentimenti dei protagonisti. Quello maschile, che non ha nome e racconta in prima persona, è un sognatore che, al limite del patologico, è solito staccarsi dalla realtà per volare altrove con la fantasia: la vita di tutti i giorni gli pare banale e noiosa, ma l’incontro casuale con Nasten' ka e l’amore che lo sconvolge improvviso lo portano a ripensare alla propria esistenza. Nel corso di quattro notti consecutive, i due ragazzi – perché questo sono, lei diciassettenne e lui che non si riesce a immaginarlo di molto più anziano – viaggiano sulle montagne russe dei sentimenti che ne strizzano gli animi (nonché i dotti lacrimali), ma se alla fine Nasten' ka può superare lo sconvolgimento ritrovando, assieme all’amore, la normalità, al povero sognatore capita una delle cose peggiori che possano accadere a un innamorato (ti voglio bene come a un fratello…) con conseguente ricaduta nella sua vita solo abbozzata. La differenza tra i due sta anche nelle parole, essendo l’eloquio di lui debordante tanto da far sembrare quello di lei (certo non minimalista) quasi controllato: attraverso i dialoghi, che così gran parte hanno nella narrazione, l’autore va alla ricerca di risposte riguardo all’animo umano, uno dei temi che più l’hanno interessato nella sua opera. Perciò, malgrado qualche ingenuità e un eccesso di irruenza giovanile che lo lasciano un gradino sotto ai lavori più maturi, questo piccolo libro sa scuotere e coinvolgere dall’inizio alla mirabile conclusione: l’effetto è ancora maggiore se il lettore ha la voglia e la capacità di lasciarsi andare al fluire dei sentimenti (se è adulto, dovrà perciò tralasciare il cinismo cresciuto in lui con l’età in favore di una sana incoscienza adolescenziale).

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