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La morte a Venezia
 
La morte a Venezia 2013-05-13 18:30:32 Bruno Elpis
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    13 Mag, 2013
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Decadentismo assoluto. A Venezia.

Spesso, anche gli animali – quando avvertono che la fine è arrivata - scelgono un luogo ideale o accogliente ove ricongiungersi alla madre terra.
Forse vittima di questo medesimo istinto (a me piace immaginare che sia così) lo scrittore tedesco Gustav Aschenbach si reca nella città che interpreta – nella straordinaria concomitanza di bradisismi e maree – un assolo di amore, morte, arte e bellezza.
Perché su Venezia sembra incombere un’oscura pestilenza, forse taciuta dalle autorità cittadine.
Il fascino della città si incarna nella bellezza efebica di Tadzio, un ragazzo polacco che lo scrittore intravede sul Lido. Il giovane impersona i canoni fidiaci dell’armonia e della proporzione. Lo scrittore ne è incantato e lo ricerca in ogni luogo, in ogni momento. Il rapporto è meramente platonico: fatto di sguardi allusivi, di pedinamenti furtivi, di inseguimenti. Aschenbach si mantiene in disparte e si vergogna del proprio aspetto di fronte a tanta soavità.
Della stessa soavità Thomas Mann ammanta una storia diversamente scandalosa: quella di un vecchio che si innamora di un minorenne, in un amore proibito.
Il decadentismo opera a tutto tondo: nelle descrizioni della laguna, nell’aria ammorbata, nell’agonia – prima sentimentale e poi anche fisica – di Aschenbach, nella concezione estetica di una forma apollinea che riveste il dionisiaco di un sentimento impossibile.
Non sarà un caso se un regista come Luchino Visconti ha reso questa storia struggente in un film che è l’apoteosi del manierismo decadente…
Opera da leggere. Film da vedere.

Bruno Elpis

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
... un manuale di storia dell'arte. Tipo l'Argan.
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Commenti

8 risultati - visualizzati 1 - 8
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Mai letto.......
piuttosto ho messo in lista La montagna incantata, tu l'hai letto?
Sì, però ... sai che non saprei commentarlo? :-(
Forse non ne ricordo bene i contenuti... Così è, i neuroni talvolta cedono. :)
L'acme del patetico decadente: le pagine in cui il vecchio innamorato si fa tingere i capelli e mettere il rossetto. Bel commento.
Ahhhhh...
Estremamente bello questo commento, mi era sfuggito. Pensa tu...
Bellissimo commento Bruno...l'analogia con gli animali che si allontanano da casa per morire è venuta in mente anche a me leggendo il libro...il film non l'ho visto, ma su tuo consiglio lo farò :-)
Difficile recensire Mann esaustivamente in così poche righe. Bravo Bruno
@Cristina: verissimo. Un modo più efficace di rappresentare la decadenza fisica, rispetto al fiorire della gioventù, non c'era! E tu hai uno straordinario altruismo nell'immedesimarti nei commenti! :)

@ Cub: che fai, mi trascuri? :) Guarda che me la lego al dito!

@ Enrico: il film guardalo, però - ti avviso - non è leggero! Ma le immagini di Venezia sono splendide. :)

@ Paoloci32: grazie, davvero grazie, il tuo apprezzamento è il più bello che potessi ricevere! :)

Chiamiamolo altruismo... :-)
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