Dettagli Recensione
La solitudine del potere
Ho avuto il piacere di leggere quest'opera in francese e devo dire che ne sono rimasto piacevolmente impressionato. Un'opera ripresa e ritoccata più volte dallo scrittore francese, deciso a portare in paloscenico lo spettacolo dell'assurdo. Uno spettacolo che ci porta dentro la solitudine e il delirio di un uomo, posseduto dal demone del potere. Sì perchè per Camus il potere è una possessione maligna che porta l'uomo alla ricerca continua e disperata dell'impossibile, di una realtà distorta e disumana, in cui trovare finalmente la libertà dalla ragione, dalla logica e dalla contingenza. Il viaggio che Camus compie all'interno dei meccanismi umani del potere, è un viaggio nella razionalità dell'uomo occidentale.
Molti critici hanno visto nell'opera di Camus, un costante riferimento a Hitler e alla tragedia del nazismo (la prima stesura dell'opera risale al 1938). In realtà, io credo, sia riduttivo parlare di quest'opera come un manifesto di denuncia contro le follie del nazismo e dei totalitarismi novecenteschi in genere. Il fine di Camus è molto più ampio e i suoi destinatari sono più di uno. Si tratta invece di una lucida e fredda analisi degli ingranaggi del Potere, inteso come esercizio di un dominio su altri essere umani, che prescinde dall'epoca e dall'humus culturale nel quale è stata scritta. Si tratta di un monito che Camus ha voluto indirizzare non tanto nei confronti degli europei appena usciti dal gorgo degli autoritarismi, quanto piuttosto nei nostri confronti, che viviamo in un'epoca dove il Potere è molto più sottile, subdolo e gelatinoso. Il Potere della nostra epoca non si manifesta nell'effigie di una persona o in un simbolo, come può essere una svastica o una falce e martello. No. Il Potere che noi conosciamo e di cui ci circondiamo è molto più pervasivo e non ha nemmeno il bisogno di nascondere la sua volontà di potenza e dominio. Ed è questo il nostro vero nemico. Come ci suggerisce lo stesso Camus, in maniera nemmeno troppo velata, non è l'Uomo il nostro nemico, non è l'imperatore Caligola che va abbattuto, ma il Potere che lo possiede. L'uomo Caligola, in fondo, non è altro se non un involucro, un'immagine vuota dentro la quale si concretizza il desiderio dell'assoluto.
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quest'anno mi propongo di leggerlo......