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GALEOTTA FU LA PANCHINA DEL SOGNATORE
Prendete un giovane sognatore, una notte illuminata dalle stelle, una giovane fanciulla triste da consolare e una panchina: ecco a voi i protagonisti di questo breve romanzo di Dostoevskij!
La voce narrante è il nostro caro sognatore, un giovane che vive nel suo mondo incantato, parallelo alla realtà, in cui vive e non vive… sarebbe ormai in età da matrimonio, ma la sua testa è altrove, pascola in altri territori lontani anni luce da ciò che lo circonda nella vita vera, questo almeno fino a quando una notte non incontra Nasten’ka, breve parentesi che lo riporterà alla realtà, anche se per poco.
La fanciulla è affranta perché il suo amato è partito con la promessa di non dimenticarla e di tornare dopo un anno per coronare il loro amore, ma un anno è passato, lui è tornato in città e nessuna notizia le è giunta… per questo calde lacrime bagnano le sue giovani gote, che trovano nel sognatore un ampio catino in cui raccogliersi…
Come ogni giovane di buon cuore che si rispetti, il nostro è molto ingenuo (vive in un altro mondo e come biasimarlo? Non è abituato, non può avere gli anticorpi adatti a difenderlo!), disponibile e portato all'ascolto, per cui diventa inequivocabilmente la spugna dei dispiaceri della giovane, se ne innamora e alla fine…….
Un romanzo tipico di questo autore, che dice e non dice, ma che nelle sue righe descrive tanto sia l’ambiente circostante, sia i personaggi, sia i loro caratteri; vi ritroverete a simpatizzare per il sognatore e a voler gentilmente spingere fuori dalla fatidica panchina quella giovane un po’ civettuola e un po’ infantile.
Caro il mio sognatore mi sa tanto che tornerai nel tuo mondo e lì resterai per sempre…
Buona lettura!!!
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