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La Tenebra ineluttabile
Joseph Conrad è uno scrittore polacco naturalizzato inglese che per gran parte della sua vita fece carriera marinara, vedendo il mondo di persona e imparando a conoscere gli oceani, le navi e la gente che vi trascorreva la vita. Questo spiega i temi dei suoi romanzi, tra cui “Cuore di tenebra”.
La sua vocazione di scrittore fa scaturire attraverso la penna questo enorme e complesso bagaglio di immagini, sensazioni, esotici orrori che egli stesso ha avuto modo di sperimentare, come se fossero diventati troppi per tenerli nell’anima.
Il romanzo è strutturato come un racconto nel racconto. Difatti la scena si apre su un’imbarcazione immobile, con l’equipaggio in attesa della giusta marea. Per occupare il tempo, uno dei presenti – Marlow – inizia a raccontare un’avventura che l’ha segnato per sempre, una sorta di mistero che lo insegue e non gli lascia tregua.
Su questo romanzo agiscono tre forze naturali, tre ataviche fonti di potere che l’uomo tenta di dominare senza riuscirci.
La prima è il mare, distesa che conduce in ogni angolo del mondo e che l’uomo solca sulle sue perfette imbarcazioni, ma che ingoia l’incauto e lo sfortunato tanto spesso quanto dà sostentamento e avventura. Il protagonista è un uomo di mare, come lo è stato a suo tempo l’autore, e conosce bene i pro e i contro del mestiere che si è scelto, i misteri che si celano sotto le acque e sopra di essi. Proprio il senso del mistero e della novità spinge alla vita di mare, che poi diventa invece una casa che separa e protegge dalla vita “terrestre”, dai ritmi impossibili.
E’ per inseguire l’avventura e la propria vocazione all’acqua che Marlow fa di tutto per ottenere un posto in Africa, grazie all’interessamento di una zia. L’esperienza nelle colonie, però, sarà ben lontana dalle sue aspettative e lo metterà a confronto con altre due forze a lui sconosciute e terribili quanto l’oceano.
La prima di esse è la foresta africana, muta e solo in apparenza passiva coperta che ingoia, ingloba, porta via dall’uomo ogni barlume di civiltà, di fattività. Posti in quell’atmosfera opprimente, apparentemente priva di senso e di ogni ordine, i colleghi europei di Marlow sono diventati degli esserI indolenti, lamentosi, privi di scopo. La missione di collezionare avorio diventa una sorta di utopia di cui si parla senza metterla in atto, un sogno di gloria che cozza con la malattia e la morte imperanti, con le condizioni di vita devastate dei nativi ridotti in schiavitù.
Marlow lotta contro questa malattia dell’anima dandosi da fare per rimettere in sesto la sua nave, un battello che cade a pezzi, e organizzando la spedizione per recuperare l’unico uomo che sembra suscitare su tutti – amici e nemici – un fascino irresistibile. Kurtz, perso nella giungla, è il più produttivo della squadra e anche il più misterioso, l’unico che sembra ammantato del ruolo di capo.
Sarà l’idea fissa di fare la sua conoscenza a dare a Marlow un appiglio cui ancorare la propria mente per salvarla dal caos imperante, senza rendersi conto che questo stesso proposito sta diventando un’ossessione che lo condurrà verso il detentore della terza forza naturale in serbo per lui, quella più immensa e più agghiacciante: l’oscurità dilagante nel cuore dell’Uomo.
Kurtz è dotato del dono della parola, sa plasmare il mondo e le anime con il solo uso della voce. Minato da un corpo devastato dalla vita nella giungla, pure riesce a dominare le popolazioni native, che lo credono un Dio. Attorno al suo rifugio e negli occhi dei suoi seguaci sono evidenti gli orrori in cui quest’uomo è affondato, alla ricerca degli abissi della propria anima, per affermare il proprio alto scopo e la superiorità dell’uomo bianco su quella giungla di tenebra.
Kurtz, invece, diventa ospite di quella stessa tenebra, che lo divora e ne è parassita simbiotico, riempiendo Marlow di un orrore fascinato che anche nel racconto riuscirà a fatica a mettere in parole.
“Cuore di tenebra” ha l’andamento di un incubo, una sequenza di immagini vivide eppure sfuggenti, mescolate, slegate. Succede ben poco nelle sue pagine, eppure il tempo si dilata all’infinito, pare eterno, incolmabile. Incolmabile, come la tenebra che sta in agguato nel cuore di ogni essere umano.