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Annuska Arkadievna secondo Gracyenka...
Mosca 1887- Agrigento 2013
“Tutte le famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.”
Mi è sempre piaciuta questa frase e ritrovarla proprio all’inizio di questo tomo di più di 800 pagine è stato un buon segno. Ma stiamo parlando di un monumento della letteratura mondiale e non è robetta.
La partenza è brillante, scorrevole, piacevole e ben strutturata. I personaggi sono ben delineati e le storie semplici e routinarie. Eppure c’è qualcosa che si impone nella mia mente, una specie di archivio schematico dei personaggi, gli antipatici da una parte e i simpatici da un’altra, man mano si susseguono gli eventi le mie opinioni cambiano e tra una riflessione e un’altra credo di essere stata una vittima perfetta dell’intento di Tolstoj.
“Le donne sono la principale pietra d'inciampo nell'attività dell'uomo. E' difficile amare una donna e nello stesso tempo concludere qualcosa. Per questo c'è un solo un mezzo d'amare comodamente, senza ostacoli: il matrimonio.”
Ho odiato da subito il damerino e lussurioso Stiva ed ho amato la moglie Dolly, la sorella Anna….Annuska Karenin, si lei la Anna nazionale! Mi ha subito rapita: zia amorevole, sorella e cognata prodigiosa, bellissima, occhi maliziosi, capelli neri, ben vestita, appariscente e poi le sue dita ingioiellate di anelli d’oro (come piace a me)….e mi dico “si, Anna sei la mia Emma, la mia Jane Eyre, la mia Lizzie”….intanto i capitoli scorrono e di lei non c’è più traccia.
Compare Levin, un uomo senza tante bellezze, che con i suoi pensieri, la sua tenacia e razionalità a gestire il patrimonio di famiglia, la sua coerenza politica, il suo romanticismo e la sua perseveranza fino alla sua conversione a Dio scopro che è l’unico personaggio che alla fine ho veramente amato assieme alle scene che lo riguardano, quelle legate alla campagna, alla mietitura, al maggese e alla caccia.
Levin ha completamente eclissato il bellissimo e dubbioso Vronskij (per carità ….ad un certo punto Tolstoj scrive che era diventato stempiato) e persino Anna.
Anna…...
L’incontro con Vronkij non è stato ricco di suspence e di romanticismo come mi aspettavo, me li ritrovo amanti che fornicano sotto gli occhi del marito Karenin cornuto consenziente senza tanti giri di valzer, lei completamente innamorata diventa fredda verso il figlio Serëža, anche quando partorisce la figlioletta è apatica, nemmeno un cenno di dolcezza…
Anna, ma cosa ti è successo?
Anna è solo innamorata persa, vede solo l’amore e la disperazione che l’amore estremo e insano può arrecare. L’amore, la gelosia e l’impossibilità di non potere riscattare la sua completa libertà attraverso quel travagliato divorzio la inducono al gesto folle e plateale di non ritorno, dettato da una vendetta incontrollabile verso tutti e verso la propria persona, sensibile e indifesa.
“Hanno inventato il rispetto per nascondere il posto vuoto dove dev’esserci l’amore.”
Anna alla fine mi ha fatto troppo tenerezza e sono arrabbiata con Tolstoj che ha giocato bene le sue carte.
Ho letto a tappe, con intervalli lunghi questo libro, come leggendo le puntate dei settimanali…e devo essere sincera, non vedevo l’ora di finirlo, mi ha sfiancata, era diventato un pò l’appuntamento con la corazzata Potëmkin…
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Rondi ngnurant...
Complimenti per averlo finito!
http://www.youtube.com/watch?v=ptxoW8z2DL0
o quella più popolare di Fantozzi
http://www.youtube.com/watch?v=ptxoW8z2DL0
grazie :P
Mi ricordo tutto, anche che Annuska aveva un po' di baffetti, ahahah!
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