Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
JANE.JANE....CHARLOTTE!
Voglio prima ringraziare chi mi ha consigliato questo bellissimo romanzo. :-)
Premetto che prima di acquistarlo ,essendomi consigliata e avendo letto le recensioni, mi risultava in qualche modo familiare..Ed infatti ne avevo visto il film(anni fa) che per fortuna non ricordavo molto,tranne che per il *particolare* , che se non lo avessi conosciuto avrebbe senz’altro aumentato a dismisura la suspense e la curiosità, ma ormai il danno era fatto.
Così consiglio, a chi volesse leggere questo libro di non guardare il film ,tantomeno consultare la biografia di Charlotte Bronte perché ci sono troppi elementi che si mischiano al romanzo e possono rovinarne l’autenticità,facendolo apparire scontato. Non a caso è definito come un romanzo autobiografico.
Per chi ama la franchezza e non si lascia facilmente influenzare da suggerimenti esterni(come il film e la biografia della scrittrice) può tranquillamente continuare a leggere la mia recensione che vuole essere un’analisi introspettiva e non risparmierò neanche le critiche,assolutamente chiarificatrici e non negative, dato che questo romanzo, questa storia affascinante, è assolutamente INCRITICABILE.
L’inizio è tragicamente commovente, e capiamo subito chi abbiamo di fronte. Una bambina orfana, indesiderata e maltrattata ma anche ribelle. La conseguenza di ciò la porta ad avere un’indole piena di astio e risentimento.
Ho le membra dolenti e il corpo affaticato
E lunga è ancor la via,selvagge le colline.
Il crepuscolo incombe illune, tetro,ostile
Sopra l’aspro sentiero dell’orfana bambina.
Quello che stupisce subito di questo romanzo è che non annoia… Ha un filo narrativo senza intoppi,pause strane, o pagine che sembrano incomplete e prive di forza o fantasia man mano che vanno avanti.
Tutto il libro sembra essere scritto in un solo giorno e sotto lo stesso unico impulso. Sono circa 527 pagine.
Jane Eyre non è un personaggio di fantasia, è Charlotte Bronte, è il personaggio femminile che sarebbe stato se le circostanze reali della vita glielo avessero permesso .
La scrittrice, per sfuggire alla tetra realtà, costellata da lutti, insuccessi e successi letterari, fallimenti come insegnante, orfana di madre in tenera età, figlia di un pastore protestante, allevata dalla zia materna e dalla domestica ,sviluppa questo romanzo autobiografico con contorni misteriosi, presagi,sogni premonitori, superstizioni e tutta la mentalità tipica dell’Ottocento ma anche, e purtroppo lo devo scrivere, con dei pregiudizi che ho trovato insopportabili , per una come lei, che si definisce indirettamente femminista. (Ecco le critiche) Anche Jane Eyre/Charlotte Bronte ha dei pregiudizi; cioè quello di considerare rozzi, bassi di spirito e intelligenza le persone di umili origini. A quell’epoca questo pensiero era molto diffuso,comune e condiviso anche dalle femministe. Ma questo glielo si può perdonare e Jane/Charlotte stessa cerca di superare questo pregiudizio ma che tuttavia rimane radicato. Questo dimostra che ci troviamo di fronte a una Charlotte che lotta contro l’emancipazione ma che,nonostante tutto, non riesce a liberarsene completamente.
Altra cosa che ho potuto notare, è la squisita ingenuità del romanzo. Diffido completamente che ci siano uomini capaci di essere perspicaci ,acuti e che sappiano leggere nell’animo femminile con la stessa intensità dell’affascinante Rochester. :-)
Un uomo come lui non esiste , sono rarissimi e molto spesso hanno una mentalità femminile più che maschile. E’ come se la Charlotte, pur descrivendo alla perfezione le caratteristiche maschili e i comportamenti tipici, abbia inventato un personaggio maschile rendendolo più di suo gusto e secondo le sue aspettative. Il Signor Rochester dalla rude bellezza e il pastore Saint-John dal profilo greco quando si esprimono sono di stampo brontiano,anche se fanno la parte del contrasto maschile. Questo toglie un po’ di realismo.
Personalmente sono intollerabile al sentimentalismo e in questo romanzo, con mia grande sorpresa,non ne ho trovato, molti aspetti caratteriali di Jane Eyre sono simili ai miei,cosa che mi ha piacevolmente stupito. In questo libro ci si entra appieno,sei partecipe, osservi i personaggi, provi le loro stesse angosce e diffidenze. Alcuni dialoghi, specie quelli del Signor Rochester,dopo la rivelazione della propria passione,sono pedanti,noiosi e troppo lunghi perché possano essere pronunciati veramente da un uomo reale tanto che mi son trovata ad alzare gli occhi esasperata e a dire mentalmente: “Daaai,abbrevia suu.. “Sia nel Rochester che nel Saint-John ho trovato dialoghi abbastanza tipici e conditi da descrizioni atmosferiche, modalità usata anche da Jane Eyre,il che toglie l’originalità dei diversi caratteri.
Per dire, soprattutto per chi ha letto il libro, non c’è bisogno di spiegare un dato di fatto richiamando la Natura ,della serie: Ho incontrato Tizio Caio ed era una giornata piovosa,con la foschia, la luna che calava,la stella che splendeva ,la pioggia che batteva…etc..e continuando per altre 8 righe la stessa noia. Per raccontare un dato di fatto la Charlotte “tortura” con questo tipico modo di raccontare,presente in maniera smisurata nel Rochester e in Jane Eyre.
Questo mi ha fatto molto innervosire ma anche divertire perché questo significa entrare veramente nel cuore del romanzo e calarsi completamente nella storia. Ci sono alti e bassi, ci sono stati momenti in cui ammiravo sinceramente Jane Eyre e altri in cui l’ho mal sopportata. Momenti in cui trovavo insopportabile ed arrogante il Signor Rochester e momenti in cui il suo fascino mi colpiva. Confesso apertamente di non aver tollerato in Jane Eyre ,nel periodo della sua passione ormai sbocciata, quei discorsetti in stile macchinetta spara raffiche senza senso , o quel suo atteggiamento da cagnolino sottomesso. E’ una cosa che dalla protagonista,devo essere sincera,non mi aspettavo,almeno dagli inizi del libro. Ma lo si può perdonare perché in fin dei conti, nei periodi della passione in boccio, si dicono un sacco di minchiate. :-) E perdonate il linguaggio scurrile, ma è per rendere bene l’idea.
Perché è vero che Charlotte non è una sentimentale e lo ha dichiaratamente specificato anche attraverso Jane Eyre, ma io ancor di più!
Se fosse ancora viva alla Charlotte Bronte avrei posto questa domanda:
"Lei è un eccellente scrittrice,mi ha stupito, e mi congratulo con lei,veramente.. una fantasia veramente non comune,fuori dall'ordinario e molto piacevole... ma mi può spiegare il perché quasi tutte le figure maschili sono dei pastori protestanti??Voglio dire, un pò di fantasia nei mestieri,questi pastori si trovano ovunque nel suo romanzo!..."
E lei risponderebbe in stile Jane Eyre: "Perché mi piacciono"
E mi rifilerebbe quel classico sorriso ambiguo e furbo che Jane rivolgeva spesso al Signor Rochester.
Ed io non posso fare a meno di alzare le spalle e concludere la recensione e dire addio a tutti i personaggi di Jane Eyre che in questa settimana hanno occupato le mie giornate.
Indicazioni utili
Commenti
8 risultati - visualizzati 1 - 8 |
Ordina
|
credo che la risposta aquest'ultima domanda,sia semplicemente questa:
charlotte scrivevamdi ciò che conosceva, del suo ambiente; suo padre era un pastore.
Ed è grazie a ciò che lei ,non certo benestante, ha potuto studiare, leggere, scrivere.
Credo che se avesse potuto viaggiare, avere internet ecc , chissà cosa avrebbe scritto.
E un libro bellissimo. Comunque Jane si innamora di fico, non di un pastore.
Mica stupida!
8 risultati - visualizzati 1 - 8 |