Dettagli Recensione
Una vocale scarlata, un mondo.
Hawthorne pone dei dubbi sulla storia americana. Si chiede se la loro vicenda raccontata così come lo è stata - presentando i puritani come unico modello giusto - sia stata realmente la verità storica.
Il libro si divide in due sezioni: la vicenda non totalmente autobiografica della dogana di Salem e il romance vero e proprio.
La sezione della dogana è interminabile. Voci/studi affermano che l'autore l'abbia inserita seguendo i consigli del suo editore perché il testo sarebbe risultato troppo corto altrimenti. Sinceramente non mi sarebbe dispiaciuto. Utilizzando il narratore, Hawthorne ha raccontato una vicenda realmente accaduta nella sua vita con l'inserimento di alcuni elementi meramente fantastici (il ritrovamento della lettera ad esempio). Una sezione funzionale allo scopo di protesta personale (le paure per i cambi nelle vicende politiche, Hawthorne perse due volte il posto di lavoro alla salita dei Whig) e un po' meno per introdurre la storia.
Il contenuto letto in senso metaforico è stupendo: la colpa dove sta? Esiste un vero colpevole? Un unico colpevole? Hester credendosi ormai vedova ha fatto bene ad andare avanti con la propria vita? E' stato giusto tacere la propria colpa dinnanzi alla propria comunità come ha fatto Dimmesdale? La vendetta di Chillingworth è giustificata? La Verità così come l'hanno tramandata è veramente tale?
Hester simbolo dell'arte, come lo dimostrano i suoi ricami, è una donna forte, opposta sia nell'aspetto che nell'animo rispetto alla massa omogenea di grigi puritani. Nonostante la diffamazione e il peso di un peccato va comunque avanti.
Pearl: il frutto del peccato. Una bambina che più che un essere umano sembra un folletto, un abitante delle fiabe.
Dimmesdale il reverendo dilaniato tra l'amore per la comunità e Dio ed Hester che pagherà a caro prezzo il suo "dualismo".
Chillingworth lo scienziato consumato nell'animo, l'unico a comprendere come veramente stanno i fatti e la cui vendetta diventerà l'unica ragione di esistere.
Per quanto la vicenda sia appassionante a livello metaforico, è stata mal riprodotta a livello stilistico. L'ho letto in inglese è non mi è piaciuto. L'ho riletto in italiano e ne ho ricavato una spiacevole conferma. L'eccessiva aggettivazione ha avuto un effetto soporifero. Non mi è mai capitato un libro che conciliasse il sonno così bene. Le vicende personali sono ripetute eccessivamente, ci sono dei punti in cui la narrazione non prosegue per interi capitoli, si batte il chiodo sempre sullo stesso punto e personalmente non amo situazioni di stallo troppo lunghe.
Nonostante sia considerato uno dei capolavori di Hawthorne, non è il migliore, i Twice-told tales/Racconti raccontati due volte sono decisamente migliori. L'autore è più funzionale e bravo in storie più condensate. Vi consiglio quella raccolta piuttosto che questo romanzo.
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Commenti
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Non so cosa dirti. Ho apprezzato moltissimo i suoi temi, certamente tutta quella aggettivazione specialmente in inglese ha un suo perché, di solito è una lingua molto diretta. Con tutta l'ignoranza di cui sono attrezzata, tutto quel ripetersi di vicende interiori sempre uguali e tutti quegli aggettivi me lo hanno reso noioso. L'ho letto in due lingue diverse proprio per cercare di farmelo piacere, non ci credevo neppure io che non mi sarebbe proprio piaciuto nonostante sia un classico :(
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