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Verità e bellezza
“Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera”. E' l'incipit del libro, il primo dei sette che compongono la Recherche, capolavoro che sembra scritto da Proust solo per quei lettori che riescono a star dietro alla sua ispirazione, ad accettare i capricci dell'estro creativo, le pulsioni dell'animo, i singhiozzi “mai cessati” di se stesso bambino, che si struggeva nell'attesa della madre per il bacio della buonanotte.
L'opera è a tratti come un caleidoscopio di colori da cui all'improvviso emerge un'immagine nitida, che ci parla di cose e persone passate, ma in qualche modo ancora vive e palpitanti. Attraverso pensieri arabescati, gustose similitudini e un'ironia sottile, in questo primo volume lo scrittore crea luoghi e personaggi ispirandosi alla sua infanzia: i genitori, la nonna eccentrica, la zia ipocondriaca smaniosa dei pettegolezzi di giornata, gli amici di famiglia. E poi le buffe uscite della fedele domestica, donna di mezz'età che resterà cristallizzata nel tempo.
Momenti del passato, attimi di gioia che si credevano perduti per sempre riemergono a sorpresa da sapori, odori e immagini del presente, a rammentare che ciò che la mente dimentica il cuore custodisce, sia pure nei suoi angoli più remoti, secondo logiche misteriose.
Alla ricerca di “verità e bellezza” Proust analizza meticolosamente tutto lo scibile delle emozioni umane, le viviseziona quasi, senza peraltro perdere quella grazia poetica che caratterizza il suo stile.
Swann, colto e raffinato uomo di mondo, vicino di casa e amico, è il protagonista della seconda parte del libro, incentrata sugli effetti perniciosi del mal d'amore.
Amore, nel caso specifico, per una donna dai costumi discutibili, una cocotte d'alto bordo, che s'insinua nell'uomo come un veleno, lentamente ma inesorabilmente, riducendolo ad uno zerbino. Pochi scrittori prima e dopo Proust sono riusciti a descrivere in maniera così vivida lo stato patologico di esaltazione di cui è vittima chi è irretito da una passione che ne assorbe ogni energia vitale.
Sappiamo che la sposerà, lo sappiamo fin dall'inizio, ma succederà paradossalmente quando, finalmente libero, avrà smesso di amarla.
Perché non è solo il tempo ad essere relativo, ma anche i moti del nostro cuore, quei sentimenti che sembravano eterni, per cui avremmo dato la vita, e che nel presente non ritroviamo più.
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Commenti
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prima o poi riprenderò anche Proust....
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:o)