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I would prefer not to
Un outsider americano sconcertante. Un racconto breve che si legge velocemente ma non è così semplice come appare. E' una lettura da farsi tutta metaforicamente.
Il titolo del libro "inganna": il protagonista non è lo scrivano Bartleby ma bensì colui che lo ha assunto: un imprecisato avvocato newyorkese.
L'ossessione di cercare di capire questo strano individuo, porta Bartleby a diventarne l'involontario protagonista. Probabilmente lui avrebbe preferito di no.
L'avvocato può essere definito la metafora della società di massa. Egli trascorre il tempo a cercare di capire tramite dati meramente esteriori, perché il suo scrivano ad ogni richiesta risponde con un "preferirei di no". Notare che che il difensore della legge vuole capirlo, non comprenderlo.
L'avvocato può essere interpretato come la persona media: un individuo che sente tranquillo con la coscienza dopo aver dato un aiuto umanitario ad uno sfortunato, che seguendo la norma si sente apposto con se stesso e quindi non sente il bisogno di riflettere interiormente. Non cerca nemmeno di conoscere sé in modo migliore, forse perché non ne sente il bisogno, forse perché crede di conoscersi già. Significativo il fatto che ha la presunzione di conoscere il mondo di coloro che copiano e basta (gli scrivani).
Bartleby è colui che pur avendo un lavoro di mera copiatura, decide di opporsi operando una scelta, preferendo di no. Diventa quindi una specie di anomalia sociale che porta pian piano al disinteressamento del suo datore di lavoro e provoca la rabbia di alcuni inquilini che lo fanno imprigionare. Metaforicamente: l'individuo che non la pensa come la maggioranza deve essere esiliato dalla società dove non può nuocere.