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La società parigina di metà '800
Uno dei più grandi capolavori della letteratura francese dell'800 e uno dei libri più importanti della "Comedie Humaine", raccolta di quasi 140 romanzi e racconti di Honoré de Balzac.
La trama del libro è semplice e allo stesso tempo potente come in quasi tutti i romanzi dello scrittore francese. L'azione inizia in una sgangherata pensione di Parigi dove vive appunto il protagonista del nostro romanzo: Monsieur Goriot, chiamato affettuosamente da tutti gli altri ospiti della pensione, Papà Goriot, pastaio oramai ritiratosi dal lavoro. Goriot ha due figlie che ama in modo ossessivo e morboso, Anastasie e Delphine, le quali, però, hanno un assoluto disprezzo nei confronti del padre e lo vanno a visitare solo per chiedergli soldi.
Papà Goriot, infatti, grazie ad una vita di stenti e sacrifici, è riuscito a mettere da parte una somma considerevole e a dare in matrimonio le sue figlie a due uomini facoltosi (un nobile e un banchiere). Le due figlie, viziate, ciniche e sprezzanti per quel padre di un ceto più basso del loro, sono l'incarnazione stessa della scalata sociale, dell'arrivismo a tutti i costi che sarà ben descritto, qualche anno più tardi, da Maupassant con il suo "Bel-Ami".
In questo quadro si inserisce un altro protagonista, Eugène de Rastignac, studente universitario di giurisprudenza anch'egli ospite della pensione, che lascerà quasi subito i suoi studi perchè attratto dallo sfavillante mondo della nobiltà parigina, delle serate mondane e degli eccessi viziosi.
Eugène, ragazzo di bella presenza, riuscirà a sedurre molte donne dell'alta società parigina tra le quali spicca proprio Dolphine, la figlia di papà Goriot.
Il romanzo si conclude tragicamente. La salute di papà Goriot peggiora drasticamente fino a quando, per colpa di un accesso d'ira provocato dalle figlie, non si spegne definitivamente tra la sola compagnia di Eugène e l'indifferenza e il disprezzo delle figlie.
Anche al funerale le figlie non si presenteranno; solo il giovane Eugène lo accompagnerà nell'ultimo viaggio a Père Lachaise.
Emblematiche le parole del giovane protagonista all'uscita del cimitero più famoso di Parigi dopo la sepoltura dell'amico: "Rastignac rimasto solo, fece alcuni passi verso l’alto del cimitero e vide Parigi stendersi tortuosamente lungo le due rive della Senna, dove iniziavano a brillare le luci. I suoi occhi si attaccarono quasi avidamente tra la colonna di Place Vendôme e la cupola degli Invalides , dove viveva quel bel mondo nel quale aveva voluto fare ingresso. Lanciò su quell’alveare ronzante uno sguardo che sembrava gustarne in anticipo il miele, e disse queste parole grandiose:
- E adesso a noi due!».