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Il bovarismo
A volte, quando il romanzo è così conosciuto e diffuso, è meglio soffermarsi sugli elementi stilistici dettati dallo stesso autore e su quanto ci ha lasciato. Troppo facile evocare lo scandalo suscitato a quei tempi, clamore e falsi moralismi hanno stimolato l'élite della cultura francese, nonché mondiale, a schieramenti a favore e, soprattutto, contro l'autore della signora Emma Bovary per poi cambiare repentinamente parere o addirittura col non aiutare chi è stato emarginato lungamente e ingiustamente. Comincio subito col dire che, in Madame Bovary, Flaubert conferma che non si è lasciato trascinare dal mito romantico di trasporre l'assoluto nel quotidiano, di modellare la vita sui sogni. È una storia inventata, non vi ha messo niente dei suoi sentimenti né della sua esistenza, Madame Bovary sono io: è quanto dichiara in più occasioni lo stesso autore. Il romanzo nasce da un lungo lavoro interiore dello scrittore che dosa gli elementi e ricerca la raffinatezza della scrittura: è una composizione in blocchi integrati in un piano minuzioso. La struttura del libro è fatta di tempi lunghi, verbi all'imperfetto e scene chiave; quando, invece, la descrizione si fa vivace e ritmata vi è l'uso del passato remoto. Ogni dettaglio è funzionale alla scena e al disegno complessivo della storia; incomprensione e crudeltà determinano una serie di sensazioni e atti che annunciano a loro volta la vicenda intera nel romanzo. Vi è infatti un'eroina che è insoddisfatta della propria vita dislocata in piccole cittadine della provincia francese e rappresenta la crisi degli ideali romantici. Il realismo dell’autore non sta solo nei dettagli ma anche nella descrizione dei luoghi, dei personaggi e degli ambienti (sia contadini sia quelli della piccola borghesia e dell’aristocrazia della Normandia); ciò fornisce al lettore una sensazione di profonda verità, talvolta forse un po’ di malessere, ma occorre ricordare che l’autore lancia uno sguardo sempre ironico. Nonostante Madame Bovary abbia avuto vari amanti e l’amore che provava fosse da lei considerato come assoluto, in realtà era una fonte di delusione continua, più che di soddisfazione si trattava di una chimera, tanto che la sua vita sfociava continuamente in un nulla esistenziale. Tutto il romanzo di Flaubert sarà quindi una lunga variazione su questo tema, volendo mescolare tematiche come l’amore sensuale, l’amore mistico, l’esaltazione religiosa e quella dei sensi, paralleli, ma di tono diverso, utilizzo di banalità e frasi fatte nei momenti di maggiore tensione drammatica sottolineano la distanza tra il sogno d'assoluto e la volgarità del quotidiano, l'irrisorietà e la stupidità delle convenzioni borghesi. Vince la mediocrità nella storia narrata da Flaubert, lo scarto insieme ridicolo e crudele tra l'essere e il voler essere che prenderà il nome di "bovarismo".
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