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Viaggio nella perversione umana
“L'uomo gode della felicità che prova, e la donna di quella che procura. Questa differenza così essenziale, eppure così poco considerata, ha tuttavia una sensibile influenza sulle tonalità della loro condotta reciproca. Il piacere dell'uomo è soddisfare dei desideri, quello dell'altra è soprattutto farli nascere. Piacere è per l'uomo solo uno strumento del successo, mentre per lei è il successo stesso. E la civetteria, così spesso rimproverata alle donne, non è altro che l'abuso di questo modo di sentire, e la dimostrazione della sua realtà.”
Ecco una delle tante considerazioni (in questo caso della saggia Madame de Rosemonde), constatazioni e “perle di saggezza” che sono disseminate nella stupenda e magnifica opera di Pierre Choderlos de Laclos ( 1741-1803).
Romanzo epistolare, il quale va dall'agosto al gennaio successivo di un imprecisato anno del 1700, - ambientato a Parigi e nella campagna circostante- narra di complessi intrighi amorosi con un fine perverso e immorale.
La marchesa di Meteuil, vedova nata con la volontà di dominare gli uomini in una società maschilista, passa le sue giornate tra pettegolezzi, opere teatrali e sfrenatezze con i suoi amanti-pupazzi “usa e getta”, assecondando i suoi lunatici capricci, senza intaccare- grazie a perfidia e astuzia- la sua reputazione in società. Essa architetta una vendetta ad un suo ex amante, che l'aveva tradita con la sua intendessa: il trentaseienne conte di Gercourt. Infatti costui ha deciso di sposare una ingenua e casta quindicenne appena uscita dal convento, Cécile di Volanges, ma prima di chiedere la mano alla giovane è dovuto recarsi in Corsica insieme al suo reggimento. Così l'acida e maligna marchesa pianifica di far innamorare la giovane con il dolce e romantico cavaliere Danceny affinché essa arrivi al talamo nuziale non più vergine e tradisca il consorte col cavaliere rovinandone la reputazione. Per fare ciò ha bisogno di una persona esperta di questi affari e la marchesa allora chiede aiuto ad un altro suo ex amante e amico: il visconte di Valmont, infido e incallito libertino, il quale “ falso e pericoloso più di quanto non sia amabile e affascinante, mai, sin dalla prima giovinezza ha fatto un passo o detto una parola senza avere uno scopo; e non ha mai avuto uno scopo che non fosse disonesto o criminale”. Il visconte, però, non è Parigi, ma in campagna da una sua vecchia zia, Madame de Rosemonde, indaffarato a sedurre la giovane e bella presidentessa Tourvel, moglie fedele e virtuosa di un giudice lontano per lavoro. Infatti egli vuole fiaccare le resistenze della virtuosa, aggiungere al suo catalogo di seduttore una preda ambita proprio perché in apparenza irraggiungibile. Tuttavia l'impresa si presenta più difficile del previsto, in quanto la virtuosa presidentessa lo evita, spinta dai consigli dell'austera Madame de Volanges, madre della nostra Cécile. Così il visconte per vendicarsi di tale donna, decide di aiutare la marchesa de Meteuil nella sua vendetta. Ma degli avvenimenti particolari porteranno a inaspettati colpi di scena.....
De Laclos grazie alla scelta dell'epistolario, come ha sottolineato Jean Rousset, “stabilisce tra i personaggi e il lettore un rapporto molto particolare che lo distingue da altri modi narrativi, in quanto il lettore si trova proiettato nel cuore di ogni personaggio.” Infatti, inebriati da questo sorta di onnipotenza, possiamo ritornare indietro di 3 secoli e addentrarci nei raffinati e intimi boudoir dalle delicate tinte colore pastello e di avere le chiavi di tutti i secretaire, miracoli dell'ebanisteria dalla miriade di trabocchetti e cassetti segreti, dei personaggi ( io per esempio ho pensato a quello realizzato splendidamente da Riesener e conservato oggi nel gabinetto interno del re a Versailles). Una sensazione veramente gratificante!
Inoltre l'autore è riuscito magnificamente a rendere con i vari stili delle epistole i diversi caratteri dei personaggi, mettendo in contrasto il linguaggio dolce e infantile di Cécile e Danceny con quello utilitaristico e falso di Valmont e della marchesa, giungendo anche a momenti di poesia pura. Un effetto,complesso di per sé, reso divinamente!
Inoltre de Laclos ci mostra la dissolutezza dell'aristocrazia francese di fine '700 che vive di calunnie, spese folli e tradimenti, per terrore della noia. Quindi oltre a offrirci un quadro realistico e ironico dell'alta società parigina, ci consegna il necrologio di una classe sociale immorale e decaduta che si trascinerà per tutto l'Ottocento nella sua gabbia dorata di frivolezze e balli, ignara che il mondo al di fuori delle raffinate tappezzerie e del prezioso vasellame sta irrimediabilmente cambiando. Infine l'autore espone i mezzi dei seduttori e la mentalità dei libertini, nel secolo di Casanova e dei cicisbei, ma soprattutto evidenzia quanto l'uomo possa essere perfido, perverso e traditore.
L'opera fu marchiata di infamia e messa all'indice come romanzo criminale, immorale e blasfemo ingiustamente dalle tante marchese de Meteuil e Madames de Volanges del mondo, ovvero dai depravati che infrangono le opere che li vogliono danneggiare e dai moralisti, che non vogliono constatare come è la realtà che li circonda.
Dunque consiglio caldamente a tutti di leggere questo caposaldo della letteratura francese il quale ha conquistato il mio cuore e mi ha molto commosso. Anche se all'inizio potrà confondere per l'intreccio delle date, di sicuro conquisterà anche voi. Buona lettura!
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Ottima recensione,as usual!