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Un amore intramontabile
Mai avrei pensato di innamorarmi di due innamorati, di innamorarmi perdutamente di una storia dal carattere prevalentemente sentimentale. Ma è proprio così e credo di poter dire che nella mia personale esperienza di lettore quella narrata nel romanzo “Jane Eyre” sia la più bella storia d’amore che abbia mai letto. Uno di quegli amori veramente senza confini, che non tiene conto del tempo, dello spazio, delle condizioni sociali dei diretti interessati, dei loro caratteri nelle debolezze e nelle virtù. Un amore raccontato in maniera magistrale da una componente di quel talentuoso trio femminile i cui romanzi spopolarono ai tempi dell’Inghilterra vittoriana. Le tre sorelle Bronte, tre talenti messi a frutto per regalarci, scolpiti nella meritata atemporalità che si conquistano i grandi classici, numerosi capolavori del romanzo inglese ottocentesco. In questo caso è Charlotte, terza di sei sorelle ma prima del trio celeberrimo, a mostrarci la propria maestria costruendo un romanzo raffinatissimo in tutte le sue componenti. Uno stile narrativo scorrevole e insensatamente moderno ci racconta della vita di Jane, che inizia nel più infelice dei modi, nella più infelice delle esistenze. Privata delle gioie dell’infanzia perché troppo odiata da genitori e fratelli adottivi, la protagonista procede nel suo cammino frequentando una rigida prigionia in riformatorio. Diventata istitutrice essa stessa, Jane ottiene il suo primo incarico professionale, per così dire, e da quel momento la sua vita verrà sconvolta dall’incontro con Rochester.
Jane, una ragazza forte, matura come una donna fatta, dura, marmorea, granitica, dal cuore gelato dalla freddezza con cui ha troppo spesso dovuto convivere. Un’anima che non ha mai provato amore, affetto, calore. Un carattere scolpito nella pietra, limato fino all’ossessione da un’autodisciplina tanto ferrea quanto indispensabile per continuare a vivere in un mondo che nulla ha da offrirle se non una vita solitaria. Un personaggio di una bellezza indicibile, così fiero ed eburneo da rimanerne affascinati dalla prima parola con la quale Charlotte Bronte ce la presenta. Un personaggio commovente Jane, che si vede sconvolgere le proprie certezze, la propria intera vita da un amore inaccettabile, apparentemente impossibile, che deve essere assolutamente estrirpato per non contravvenire alle convenzioni, sociali ma soprattutto intime. Un amore che deve essere represso e combattuto con forza da quel carattere capace di rimanere insensibile di fronte all’offesa, alla violenza e alla derisione. Una tensione al limite della sopportazione turba questa ragazza che deve far guerra a se stessa per non cedere ad un sentimeno lento ma inesorabile che non riuscirà più ad ignorare. Non tutto va come previsto, la storia segue pieghe sinuose fino ad una conclusione meravigliosa, che ci porta un lieto fine intelligente, elegantissimo e senza la benché minima ombra di leziosaggine, diventata topos delle grandi storie di sentimenti.
Personaggio strepitoso anche quello del Signor Rochester, austero nobile decaduto dal carattere altrettanto forte. Rude, burbero, scortese, ma all’occorrenza anche raffinato pensatore e galant’uomo, con un’assoluta incapacità di dimostrare sentimenti, una visibile difficoltà nel volersi donare al prossimo proprio perché anch’esso deficitato di esempi positivi.
Una trama meravigliosa che si intreccia alle evocative descrizioni di una Inghilterra brumosa, con i decadenti manieri di campagna che conservano intatto il loro fascino oscuro, vagamente gotici, velati dalla nebbia. Un’Inghilterra vista dalle campagne, dalle periferie più pittoresche, dai borghi isolati all’interno di realtà rurali molto distanti dalle grandezze mondane e lucenti della capitale.
In definitiva, un romanzo che tratta i sentimenti come tardiva scoperta, a tutti possibile nonostante trascorsi burrascosi e privi d’amore, un romanzo che mostra, secondo una mia interpretazione, come dalla mancanza di affetto possa crearsi a sua volta affetto, come dalle convenzioni morali si possa evadere in qualcosa di diverso e di più profondo, come da ogni cuore, benché provato, possa nascere sentimento.
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I miei complimenti!!!
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