Dettagli Recensione
Un Dickens che non mi aspettavo
Dickens mi piaceva già dal liceo e un suo libro che avevo letto interamente era David Copperfield. Devo dire però che se facessero conoscere tra i banchi di scuola questa opera, secondo me piacerebbe di più a molte persone.
Immaginandomi già una trama modellata alla Dickens, con un bambino dall'infanzia difficile, il suo percorso di crescita e un finale a lieto fine, mi sono invece scontrata con una racconto imprevedibile, divertente e, perchè no, anche molto attuale.
Pip, ragazzino con un destino già segnato come apprendista dello zio fabbro, si ritrova improvvisamente ricco e con la possibilità di crescere e studiare come un signore. La sua sorte sembra legata proprio alla stravagante Miss Havisham, una donna la cui vita si è fermata il mattino delle sue nozze aspettando il futuro sposo che non sarebbe mai arrivato e che ha cresciuto la bellissima orfana Estella, insegnandole ad odiare gli uomini e a rubargli il cuore.
Pip cresce amando disperatamente Estella e credendo infine di poterla sposare, grazie alle sue grandi speranze date da questo misterioso benefattore.
Il finale in realtà sconvolgerà totalmente tutte le sue aspettative e anche quelle del lettore.
Quello che mi è piaciuto è come sono trattati molti temi quali l'amore mal riposto e il dimenticare le persone veramente care quando si pensa di essere ricchi e indipendenti, ma, soprattutto quello che mi ha colpito di questo romanzo è il finale non scontato. In molti libri di Dickens il protagonista redento torna sui suoi passi, si riconciglia con le persone care e scopre che l'amore si trovava proprio nell'amica di infanzia trattata male quando si pensava di avere migliori alternative. Qui Pip invece si scontrerà con la dura realtà, facendosi perdonare, ma capendo che purtroppo non sempre si può tornare indietro dimenticando il male fatto e pretendendo che le persone siano state ad aspettare in silenzio il momento in cui una persona si rende conto che in fondo i veri valori sono altri rispetto ai soldi e alla fama.
Questo libro lo consiglio caldamente. E' lungo, ma le parti "noiose" sono davvero poche e non rendono affatto pesante il romanzo.