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Lo straniero
 
Lo straniero 2012-10-10 20:43:56 Giovannino
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Giovannino Opinione inserita da Giovannino    10 Ottobre, 2012
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Storia di una vita non vissuta.

Bastano poche pagine per capire che quel titolo, "Lo Straniero", non è riferito solo al senso stretto del termine, ma anzi il vero significato è proprio quello figurato. Per "straniero" si intende infatti l'estraneità con cui il protagonista, Fernandel Mersault, vive la sua vita. Mersault è infatti praticamente uno spettatore della sua stessa vita, straniero inteso come estraneo, estraneo alla sua stessa vita. Il libro è diviso in due parti, la prima serve fondamentalmente per farci conoscere il protagonista, nella seconda invece c'è tutta la rassegnazione, il declino e l'inerzia che si sostanziano nella carcerazione e poi nella condanna del Mersault. Il libro inizia con la morte della madre di Fernandel, e con lui che va dal suo capo per chiedere due giorni di ferie per poter partecipare al funerale. Ma non ci va in lacrime come chiunque altro avrebbe fatto, bensì è quasi dispiaciuto di dover chiedere questo due giorni di ferie e lo fa proprio perché partecipare al funerale è un atto dovuto. In seguito Mersault conosce Maria, una bella ragazza che lo attrae fisicamente ma nulla più. Così dopo averla conquistata, ancora una volta Camus ci mostra l'indifferenza alla vita di Fernandel, infatti una sera Maria chiede a Fernandel se vuole sposarla, e lui risponde: "È uguale", lasciando basita la povera Maria. In questi passaggi l'autore è bravissimo a rendere l'idea di estraneità, anche con dei tempi morti, come ad esempio quando Mersault passa la serata a guardare quello che succede dal suo balcone, il senso di inerzia che ci trasmette rende pienamente il modo di vivere la vita di Mersault. Tutto questo fino all'episodio chiave, l'omicidio dell'arabo a colpi di rivoltella sulla spiaggia. Qui la prima parte finisce ed inizia la seconda, che si svolge tutta all'interno del tribunale o della cella dove è rinchiuso Fernandel. Durante il processo il protagonista avrebbe facilmente la possibilità di evitare la pena di morte, basterebbe solo che si mostrasse pentito dell'accaduto, ma anche qui si limita a seguire le due sensazioni, spesso pensa di rispondere alle accuse, ma poi come sempre, desiste e non si difende. Viene così processato e condannato alla pena di morte. Solo nelle ultime pagine, per la prima volta, lo vediamo ribellarsi ed alterarsi per cacciare via il prete dalla sua cella, ma ormai è troppo tardi per allontanare quella passività che ha contraddistinto la sua esistenza. Il libro è molto breve, 150 pagine, e lo stille è semplice e scorrevole, si legge tutto d'un fiato. Non c'è che dire, la storia e semplice ed a tratti banale, ma dietro di essa si nasconde un significato profondo e sempre molto attuale, la vita che la gente vive o non vive, essere padroni della propria esistenza, o lasciarsi trasportare dagli eventi. Evidentemente Mersault ha scelto la seconda. Un libro piacevole e che va letto almeno una volta, almeno.

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Davvero una analisi ben fatta e acuta .
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