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SOTTO IL SEGNO DEL GATTO
Un libro acquistato per puro caso. Ero in libreria ed annaspavo tra tanti titoli, senza avere un'idea chiara, quando su uno scaffale ne noto, con un sorriso, uno con l'immagine di un gatto di spalle. Leggo sulla descrizione che è stato scritto da Natsume Soseki, ritenuto il più importante scrittore giapponese dell'età moderna. Io che non avevo mai letto un autore giapponese come Yoshimoto o Murakami, pensavo "La fortuna del caso! Questo è un libro dei primi del 900, d'accordo che il Giappone è comunque distante da noi come filosofia e stile di vita, ma un classico come questo rappresenterà sicuramente la società giapponese con stili e ed usanxe ormai perdutesi nel tempo".
Il libro, rappresentato alla fine dell'epoca Meiji, quindi in un Giappone in avanzata fase di modernizzazione e di apertura verso l'Occidente, però relativamente lontano dall'epoca feudale degli shogun, Edo. Epoca, questa, nella quale ogni individuo è schiavo del suo ruolo sociale da cui non può esimersi. Questo minimo accenno all'epoca Edo, così vicina a quella Meiji è secondo me importante in quanto nel libro la caratterizzazione ed il giudizio di alcuni personaggi ci fa perdonare Soseki per il suo classismo; lui era figlio di quell'epoca.
Il racconto di "Io sono un gatto" si svolge a Tokyo ed è incentrato soprattutto nella casa dove vive Il Professor Kushami e la sua famiglia. Lui è un insegnante di inglese delle scuole superiori con un carattere spigoloso, oltremodo nervoso, una persona schiva che è avversa ai comportamenti portati dalla modernizzazione in atto. Grande studioso, si, lui si ritiene tale, e così lo ritengono i suoi amici, soprattutto il suo ex allievo Kangetsu. Ed il gatto? Ecco il colpo di genio di Soseki, rendere protagonista di questo meraviglioso libro il gatto di casa Kushami. Immaginate un gatto con il mantello macchiettato giallo e grigio, già lo s'immagina simpatico, no? Un gatto senza nome perchè nessuno lo ha così in considerazione. Piacevolmente atipico come gatto, filosofo ed attento osservatore, con una giusta punta di sarcasmo nel suo spirito, ed estremamente accattivante per la sua curiosità. Sarà lui a far crescere l'interesse di chi legge, perchè questa è una lettura molto divertente che si apprezza, però, soprattutto per l'attenta e minuziosa analisi che Soseki riesce a compiere su ogni dettaglio, partendo dalla descrizione di un semplice oggetto fino ad arrivare alla spiegazione di ogni singolo comportamento dei personaggi. Si ha sempre una visione perfetta dei luoghi e delle persone... sembra di essere lì, in Giappone. Così Soseki, grazie al simpatico gatto, riesce a rendere piacevoli anche periodi molto lunghi, dove non mancano riferimenti a massime zen poste, però, sempre per arrivare ad una più profonda analisi. Quindi, se la voce narrante fosse stata la sua, sarebbe stato comunque un gran libro libro, ma grazie al suo alter ego "micio", tutto appare più scorrevole, ed anche se a volte vi sembrerà di entrare in descrizioni senza fine, abbiate pazienza, dopo penserete che ne sarà valsa la pena.
Gli amici di Kushami hanno caratteristiche ben distinte, dal vecchio amico di studi Meitei, sfrontato, maleducato, presuntuoso, ma con una grande vitalità e sempre pronto a destare interesse attraverso la sua cultura o storie di vissuto più o meno vere. Meitei è tondo, sa adattarsi agli eventi. Il già nominato Kangetsu, il fedele ex allievo di Kushami, un ragazzo noioso, e a volte terribilmente ridicolo. Kangetsu è piatto, la vita passa su di lui silenziosamente. Dokusen, un filosofo bislacco che crede, o meglio fa credere di aver raggiunto il pieno equilibrio spirituale, lui in verità non è affatto sicuro. Ora immaginate un semplice racconto reso interessante semplicemente dallo scambio di opinioni, dai continui pettegolezzi a cui danno vita questi amici. C'è veramente da ridere, come a volte ridiamo quando notiamo un'accesa discussione tra nostri amici. Il tutto enfatizzato dalle critiche... graffianti del gatto!
In opposizione al gatto, Kushami ed i suoi amici, troviamo la famiglia Kaneda, o più precisamente la definizione è clan Kaneda! Rappresentato dal signor Kaneda, ricchissimo, ma rozzo imprenditore senza scrupoli. La moglie Tofu donna spocchiosa ed arrogante con un naso grande all'inverosimile, detta "la nasona". Da questi due personaggi non poteva che nascere la classica figlia viziata ed irrispettosa, Tomiko. La sua famigli e tutti personaggi che s'inchinano o vengono corrotti dal loro potere, rappresentano ciò che di male porta il modernismo in Giappone. Un modernismo che spesso procede spedito, nutrendo il barbarismo delle menti. Soseki, quindi anche il gatto, non mostrano minima simpatia verso la mentalità del moderno imprenditore irrispettoso, dove invece, come è giusto che sia, si nota verso la cerchia di Kushami un voler riconoscere dei pregi, anche al più odioso dei personaggi. In fondo, con tutti i loro difetti, ognuno di loro ha, chi più o chi meno, dei valori positivi in cui crede.
Semplicemente un libro incredibile! Da tenere sempre a portata di rilettura.
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Commenti
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D.
Anche il titolo mi intriga molto.
Che dire?
Sei più bravo di me...
Un saluto amichevole.
Ginseng666
Saluto amichevole anche da parte mia ^_^
...Miaoo
Ciao ... Pia. :))
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