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Diavolo, tentazione e tormento
E' essenzialmente un racconto sulla passione, quello di Tolstoj, su quella passione assillante che giace all'interno del corpo e corrode il cuore e la mente sino rendere un uomo svuotato di ideali, preda che soggiace alla tentazione, la cui dignità sembra disintegrarsi di fronte alle pulsioni. E' un uomo schivo, automa senza capacità di decidere. La tentazione diventa religione. La passione diventa ossessione. Esiste solo la dimensione dell'appagamento del desiderio.
Tolstoj, il grande scrittore russo, riflette sul tema del sesso, unico pensiero fisso di un uomo che nonostante l'idillio familiare non riesce a distogliere lo sguardo da una contadina. Un desiderio irrazionale che pone in discussione qualsiasi certezza, tutto si sacrifica all'obiettivo, tutto cede innanzi alla pulsione.
E' il Diavolo che tenta, il Diavolo è il male. O forse la tentazione è il vero Male, e il Diavolo la concretizzazione di una prospettiva distorta dal desiderio?
E d'altra parte, chi decide cosa è Male? La ragione non sempre, anzi, spesso soccombe alla fantasia, alla possessione, all'ossessione.
E' male ciò che trascende la normalità. Ma è sempre così? O forse la normalità è una gabbia che tenta di rinchiudere e anestetizzare le passioni in nome di un'apparente tranquillità? E' ricco di interrogativi questo racconto, nonostante la brevità, un testo che spinge a riflettere sulla normalità, sul desiderio. E' un racconto che scandaglia l'animo umano alla ricerca della causa dell’insoddisfazione.
Perché il protagonista, nonostante il denaro, una moglie, la felicità secondo il pensiero comune, rifugge plagiato da un desiderio incontenibile tra le braccia di un'altra donna?
La pulsione sessuale è l'effetto di una disarmonia con se stessi che non si vuole ammettere, dell'insostenibilità di una situazione che non si vuole modificare in nome delle apparenze. Il sesso non è il Diavolo, come può sembrare, sebbene sia visto da Tolstoj come un nemico dell'uomo in quanto è capace di annichilire coscienza, dignità in nome del desiderio. L'eros non è il male, ma lo può facilmente diventare in quanto limite, in un cero senso, alla libertà.
Ma forse, a questo punto, sorge un sospetto: forse l'Eros è Amore? Forse è l'amore che disgrega il matrimonio e la razionalità, aprendo le porte verso il raggiungimento della felicità. E l'amore no tollera ostacoli, tranne forse uno che ne eguaglia il potere: la Vergogna. Un dissidio imperituro che riecheggia tra le pagine di libri e libri, fino a riproporsi nella penna dell'autore russo, che, nonostante non raggiuga stilisticamente i livelli di Anna Karenina, porta in scena un contrasto che troppo spesso viene liquidato con diabolica e crudele freddezza dalle convenzioni sociali.
Amore e Vergogna, pentimento e rimorso si scontrano nella dicotomia di un uomo il cui equilibri galleggia pericolosamente tra i fuochi della passione, e le onde turbinanti del pentimento. E qual è l'unica soluzione? Come riacquisire la stabilità?
Tolstoj propone due finali, io ho preferito il secondo, più in linea, a mio avviso, con la personalità dell'uomo, ma anche qui il dubbio imperversa, come se la riflessione su questo racconto debba essere infinita. Ed in effetti, a ben pensarci, i tratti di questa lotta si ripresenta in continuazione, spesso obliati dal giusto e dall'ingiusto, senza che questo discernimento arbitrario poggi su basi che siano differenti da quelle delle convenzioni. Tolstoj non smentisce il suo sguardo acuto, la penna polemica che talora si sovrappone all'autobiografico. Non è un Tolstoj lucido, è un uomo che subisce su di sé lo stesso contrasto del protagonista. Il diavolo è ciò che ognuna tenta di evitare, pur essendone inevitabilmente attratto. Il diavolo è il disequilibrio, il non ascoltare se stessi.
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"Il diavolo è ciò che ognuna tenta di evitare, pur essendone inevitabilmente attratto. Il diavolo è il disequilibrio, il non ascoltare se stessi." Concordo perfettamente!!!!!!
Francesca: Felice di averti suggerito unalettura che può anche essere rischiosa, considerando lo scrittore :-)
L'idillio con la moglie è però solo apparente: chi mangia bene a casa non va al ristorante.....
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